PIENA CRISI
Famiglie in balia dei debiti
In provincia sono 35mila le situazioni accertate nel 2019, ma si teme che nel 2021 possano raddoppiare
La rata del mutuo, il pagamento mensile della quota per l’acquisto dell’auto, magari un finanziamento per sostituire il frigorifero o un elettrodomestico importante fuori uso: sono tante le famiglie che, potendo contare su due stipendi, riescono a far quadrare i conti, pur con qualche sacrificio. Poi, però, se capita l’imprevisto crolla tutto. Così succede che una famiglia che fino al giorno prima si considerava tranquilla da un punto di vista economico si ritrovi con una montagna di debiti da pagare senza averne più le possibilità.
In provincia di Varese, nel 2019 erano in questa situazione circa 35mila famiglie. Il numero già desta preoccupazione, ma diventa allarmante se si considera che è destinato a raddoppiare nel 2021 a causa dello stop alle moratorie, concesse per decreto, su mutui e prestiti. Ad accendere il faro su un fenomeno che rischia di diventare una vera e propria bomba sociale è la Caritas Ambrosiana, con Fondazione Antiusura San Bernardino, e l’associazione Favor Debitoris.
«Il problema del sovra indebitamento - spiega Giovanni Pastore, uno dei soci fondatori di Favor Debitoris - è il fatto che si tratta di una nuova forma di povertà che investe persone che prima non erano povere. Non si deve pensare che siano famiglie già disagiate. Sono famiglie che potremmo definire del ceto medio, con un reddito sufficiente e garantito per poter accendere un mutuo, che improvvisamente, per situazioni impreviste, si ritrovano in difficoltà».
Basta un periodo di cassa integrazione, la perdita del lavoro di uno dei due coniugi, una malattia che costringe a cure prolungate o a periodi di aspettativa e il tenore di vita cambia in un momento anche in una provincia ricca come quella di Varese.
«È vero che in una provincia industrializzata come quella varesina ci sono tendenzialmente meno poveri - sottolinea Pastore - ma il rovescio della medaglia è che cresce il numero degli impoveriti».
Andando nel dettaglio dell’analisi effettuata da Favor Debitoris, emerge come circa 9.500 delle famiglie sovra indebitate non dispongano nemmeno di un conto corrente. Non solo. Per molte di loro, il non poter garantire il pagamento mensile della rata del mutuo significa perdere la casa, che viene venduta all’asta a valori nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato. Accade a un nucleo su 56, mentre la media italiana è di una casa all’asta su 73. È chiaro che il lavoro gioca un ruolo fondamentale nelle situazioni di disagio. Circa 13mila delle persone inguaiate con i debiti risultano disoccupate, anche se il numero va analizzato con attenzione. Accanto a chi effettivamente non riesce a trovare un’occupazione o ha perso il proprio posto, c’è anche chi preferisce arrangiarsi con lavoretti in nero e poter così garantire comunque il necessario in casa. Sì, perché nel momento in cui scatta il recupero crediti, anche parte dello stipendio (un quinto) viene pignorata e utilizzata per l’assolvimento del debito. Ed è chiaro che in questo modo si crea terreno fertile per il credito gestito dalla malavita.
«Dal quadro che abbiamo elaborato - conclude Pastore - si capisce come siamo di fronte a un allarme sociale, che sarà ulteriormente acuito dalla pandemia. Le moratorie previste dal governo, infatti, hanno messo nel limbo tantissime famiglie, che sono state momentaneamente salvate. Le moratorie, però, sono destinate a scadere - in proposito ecco la posizione di Confindustria di tre giorni fa, ndr - e a quel punto noi prevediamo un raddoppio di casi di sovra indebitamento anche in provincia di Varese. Siamo di fronte a un allarme sociale».
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