QUASI UN ANNO DOPO
Fantinato e Guidotti morti in volo: fu incidente
Il pm chiede l’archiviazione dell’inchiesta sulla tragedia dell’autogiro, che costò la vita all’imprenditore varesino e ad Antonio Guidotti: nessuna colpa di terzi

A quasi un anno di distanza dalla tragedia all’Oasi, il pubblico ministero Luca Pisciotta ha chiuso le indagini sulla morte di Dario Fantinato e Antonio Umberto Guidotti, i due piloti precipitati a bordo dell’autogiro Kit Magni Gyro. Era il 20 di marzo e da quel giorno gli inquirenti hanno lavorato senza sosta per capire se ci fossero responsabilità terze che spiegassero l’incidente. Ma nulla è emerso dalle perizie disposte e quindi il pm ha chiesto l’archiviazione del fascicolo per omicidio colposo, comunque aperto a carico di ignoti. Ora toccherà al gip decidere se accogliere la decisione della procura oppure disporre un supplemento di indagini. Il fatto risale al 20 marzo, l’ultima domenica di inverno dell’anno scorso. L’M16 Tandem Trainer pilotato a quanto pare da Fantinato sarebbe sfuggito dal controllo subito dopo essersi sollevato da terra.
Uno dei primi testimoni accorsi sull’incidente raccontò di aver sentito il rumore del motore, di aver voltato la testa per dare uno sguardo e di essersi accorto di movimenti strani, un po’ scoordinati. Qualche istante dopo, l’uomo udì un’esplosione. Il piccolo velivolo biposto era ormai affossato contro una sorta di muretto di contenimento, il fuoco divampò e divorò le vittime. Le eliche sembra avessero toccato il terreno un paio di volte, che l’autogiro avesse iniziato a sbandare e che poi fosse andato a schiantarsi contro una barra d’acciaio che delimitava la pista. In termini più tecnici, in fase di decollo in genere il pilota vira sulla sinistra, disegnando un’ampia curva per poi riattaccare la pista, in lieve picchiata, a poco più di un metro da terra. Questo per prendere velocità. Quella domenica, invece di virare a sinistra e proseguire con le procedure già descritte, potrebbe essere stata compiuta una manovra più impegnativa, cioè disegnare un cerchio e riattaccare la pista nel senso dell’atterraggio (cioè quello opposto al decollo). Sicché il velivolo si sarebbe presentato sulla pista leggermente inclinato, quel tanto che bastò perché le pale del rotore picchiassero nel terreno e si staccassero. Senza rotore il Kit Magni Gyro sarebbe stato a quel punto fuori controllo e si sarebbe impiantato contro la sbarra imbullonata su una lastra d’acciaio. Forse Dario e Antonio potrebbero essere morti nell’impatto, prima ancora prima che divampasse il rogo. Anche perché tra gli involontari spettatori della tragedia, qualcuno si sarebbe avvicinato ai loro corpi esanimi prima che si innescassero le fiamme, senza però riuscire a slacciare le cinture di sicurezza e a estrarli dall’abitacolo.
In sintesi gli inquirenti non hanno riscontrato difetti di fabbricazione o fattori estranei che possano aver provocato lo schianto al suolo.
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