SUL CONFINE
Fermato in dogana con 40 chili di Khat
La droga in foglie da masticare era occultata nell’auto diretta in Svizzera

“Ha qualcosa da dichiarare?”. Alla consueta domanda un uomo in transito in auto alla dogana di Iselle, diretto in Svizzera, ha risposto negativamente. Ma dal controllo i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e i militari della Guardia di finanza, che sono quotidianamente in presidio al valico stradale di Iselle di Trasquera, hanno scoperto che il passeggero in auto aveva una modica quantità di marijuana e, dopo una accurata ispezione dei bagagli, sono stati ritrovati 200 mazzetti di foglie fresche di Khat, per un totale di 40 chilogrammi, avvolti in fogli di carta assorbente.
Il khat è una droga stimolante derivata da un arbusto (Catha edulis) nativo dell’Africa orientale e del sud dell’Arabia. I principali ingredienti psicoattivi del khat sono la catina e il catinone, elementi chimici che sono strutturalmente simili all’anfetamina, annotati nella tabella delle sostanze stupefacenti.
Anche se il khat può essere ingerito come infuso oppure fumato, il modo più comune di assunzione consiste nel masticarne la pianta. Gli effetti durano diverse ore e sono simili a quelli della citata amfetamina, cioè aumento della pressione sanguigna, stato di euforia e allegria, aumento dello stato di allerta ed eccitazione. Gli effetti euforici del khat iniziano dopo circa un’ora dalla masticazione.
La sostanza è stata immediatamente sottoposta ad analisi presso il Laboratorio chimico Adm di Torino: i risultati hanno confermato le caratteristiche dello stupefacente.
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