LE NOSTRE STORIE
«Fermi, sono il sindaco». E lo picchiano
L’episodio capitato a Luigi Besozzi, primo cittadino di Sesto Calende, aggredito in strada nel tentativo di sedare una rissa nel 1975
«Io sono il sindaco di Sesto Calende, state calmi». Ma un gruppo di giovani il sindaco lo picchia e lo manda all’ospedale. Accadeva cinquant’anni fa: il 26 ottobre 1975 a Sesto Calende il primo cittadino del Pci, Luigi Besozzi, cinquantunenne, le prese di santa ragione da un gruppo di residenti di cui tre subito arrestati dai carabinieri.
L’APPREZZAMENTO E LA RISSA
Il fatto avvenne verso mezzanotte appena fuori dal municipio in piazza Martiri, di fronte al Bar Franco che esiste ancora. Besozzi era stato nel Palazzo comunale fino a tardi a lavorare e sceso in strada vide due gruppi di persone che si insultavano e avevano iniziato a picchiarsi: da una parte “meridionali” residenti tra Sesto Calende e Castelletto Ticino e un gruppo di milanesi. Tutto era nato da un apprezzamento un po’ spinto nei confronti della moglie di uno dei “settentrionali”. La risposta, probabilmente a sfondo razzista, era arrivata subito e da qui gli alterchi e le vie di fatto.
L’AGGRESSIONE AL SINDACO
Besozzi, come raccontò ai giornali dell’epoca, cerco di placare gli animi e disse: «Fermi, sono il sindaco». Frase che fece imbestialire i “sestesi immigrati”, i quali iniziarono a colpire Besozzi con calci e pugni, mentre i meneghini, a bordo di due auto, fuggirono. A terra rimase il sindaco, che raccontò poi l’accaduto con un occhio nero, vari lividi e ferite sulla schiena e sulle gambe. «Sono un ex partigiano e ho fatto la guerra e mi so difendere, ma quelli erano troppi, se la sono presa appena ho detto che ero il sindaco». Gli aggressori scapparono, ma tre furono subito presi sul lungolago. Si trattava di due fratelli, operai a Sesto Calende, di 30 e 33 anni, originari della Calabria e di un altro operaio di 19 anni pugliese.
L’IMPEGNO POLITICO
L’esecrazione della politica fu unanime. E anche allora – come ora – si parlò, dopo questo episodio, di una Sesto Calende diventata violenta, con furti, rapine ed episodi di teppismo. I cronisti dell’epoca parlarono anche di droga e prostituzione sul Sempione. L’episodio però non spaventò Besozzi che fece politica con rinnovato vigore. Era stato sindaco a Sesto Calende dal 1949 al 1960. Lo rimase dal 1975 al 1980 e poi ancora dal 1990 al 1992. Era un giovane operaio – come quelli che lo avevano picchiato – della SIAI quando dal 1944 entrò a far parte delle formazioni partigiane Garibaldi dell’Ossola. Successivamente fu membro del Partito Comunista e ricoprì la carica di segretario di sezione. Fu anche consigliere provinciale dal 1980 al 1985 e sedette in Consiglio comunale dal 1946 al 1995, morendo sul finire del 2016: il corteo funebre partì dal municipio.
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