IL CASO
Ferno come Venezia, tassa di soggiorno a 3 euro
Aumento per chi alloggia negli hotel. Ma Federalberghi si oppone

Ferno aumenta la tassa di soggiorno, da Federalberghi provincia di Varese arriva un secco no. Con tanto di dura presa di posizione da parte del presidente provinciale Frederic Venturi prima con un post su Facebook: «Nella nota località turistica di Ferno la tassa di soggiorno aumenta da 1,50 a 3 euro per notte negli alberghi». Concetto ribadito poi alla Prealpina, con la sottolineatura che «Ferno non è Venezia». Quello della giunta comunale guidata dal sindaco Sarah Foti è stato in sostanza un adeguamento degli importi a identiche realtà che operano in territori vicini con le tariffe che erano ferme dal 2013. Anno in cui la tassa di soggiorno era stata introdotta dal comune di Ferno con Mauro Cerutti sindaco e Giorgio Bertoni assessore al bilancio, ruolo che ricopre tuttora nell’amministrazione Foti. L’adeguamento in vigore dal 1° gennaio 2023 prevede un’imposta per le strutture ricettive alberghiere da 1 a 4 stelle di 3 euro a notte, per gli alberghi a 5 stelle – non presenti a Ferno – 4 euro a notte, per i bed and breakfast e case vacanza 0,50 centesimi a notte rispetto ai 0,30 passati.
BALZELLO PER FARE CASSA
Un aumento non ben digerito da Federalberghi provincia di Varese. Con il presidente Venturi da sempre contrario a quello che definisce «l’ennesimo balzello per fare cassa». «È penalizzante per i turisti in quanto aumenta i costi per le famiglie». A Ferno l’unico albergo coinvolto è lo Sheraton. Si domanda Venturi: «Quanti vanno a dormire allo Sheraton per visitare Ferno dal punto di vista turistico?». «Se ad esempio quattro persone devono soggiornare cinque giorni per prendere parte a convegni o fiere in zona devono sborsare 60 euro». Morale della favola: «Si crea una distorsione del mercato, è sbagliato mettere le mani nelle tasche della gente soprattutto in un periodo recente che, causa Covid, ha portato a meno viaggi, meno introiti ed è una ulteriore penalizzazione per il settore alberghiero». Conclusione: «È una tassa studiata male, concepita male e usata male». Un’imposta applicata nel comprensorio aeroportuale anche da Somma Lombardo.
DECORO URBANO A COSTO ZERO
Sottolinea l’assessore Bertoni: «I tempi sono cambiati, l’inflazione è galoppante, con questo adeguamento avremo nel 2023 un incremento di risorse di 100mila euro rispetto agli anni scorsi per questo capitolo che destineremo alle attività culturali del territorio, ma soprattutto per promuovere interventi e investimenti per migliorare il decoro urbano. E il delegato alle finanze ribadisce con convinzione che tutto questo sarà a costo zero per i fernesi. Il regolamento rimane inalterato, con la conferma di un pacchetto di agevolazioni. L’imposta sarà pagata per una permanenza massima di ventuno giorni. Inoltre non pagheranno i minori di diciotto anni, i diversamente abili e loro accompagnatori, le forze dell’ordine.
NUMERI DI UN PAESE CHE CRESCE
Sono quasi settemila gli abitanti di Ferno. Comune che ha sacrificato il 60 per cento del suo territorio all’aeroporto. Ma che è sempre stata una comunità dinamica e in crescita. Lo dimostrano alcuni numeri presentati da Sarah Foti, che attestano come sul territorio ci sia non solo l’hotel Sheraton ma anche cinque bed and breakfast e una casa vacanza. Insomma Ferno un luogo strategico e, per chi non lo sapesse, con bellezze artistiche come la chiesetta di Santa Maria. Un aumento che fa rumore ma che nelle intenzioni dell’amministrazione guarda a migliorare Ferno senza oneri per i fernesi.
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