L’INTERVISTA
Fietta e la Pro Patria: «Ci sentiamo tutti importanti»
Il capitano parla dell’ottima prima metà di stagione dei biancoblù: «Teniamo alta l’asticella ed evitiamo subdole lusinghe»

Giovanni Fietta, capitano della Pro Patria, 38 anni portati alla grande, è stato protagonista di un finale d’andata da incorniciare. Il gol contro il Lecco è il fiore all’occhiello ma si è distinto, per esempio, anche contro il Piacenza. “Giuan” - così lo chiamano - ha giù superato il traguardo delle 100 partite con la maglia biancoblù (precisamente sono 117) e presto sarà omaggiato dalla società. Intanto lo omaggiano i tifosi per il suo impegno e la sua professionalità.
Si ha l’impressione che abbia trovato l’elisir dell’eterna giovinezza.
«Nessun segreto, mi sostiene la motivazione con cui vuoi sempre essere competitivo, non pensare all’età ma avere voglia di stare al passo con volontà e impegno».
Avanti così è dura smettere…
«Sì, però non ci penso, non si è mai pronti. Almeno per come la vivo io. Mi sono detto: Giovanni, ragiona giorno per giorno, non mettere fretta al tempo».
Per lei un inizio in salita e un finale di stagione super: se lo aspettava?
«Sinceramente non me lo aspettavo. Ho trascorso un periodo in cui avevo problemi a livello fisico, chi giocava stava facendo bene. Per me è importante allenarsi con continuità poi sono andato in campo per dire a me stesso vediamo come puoi stare e quale rendimento avere».
Capitano dentro e fuori il campo: si sente la responsabilità?
«La senti. Anzi sei più coinvolto dal punto di vista dell’atteggiamento. Il comportamento è importante e tengo ad essere un esempio prima per me stesso. Sbaglio anch’io ma sono attento e spero di limitare gli errori».
Tanti giovani in questo gruppo, quali consigli si sente di dare ai ragazzi?
«Sempre quelli: avere voglia di migliorarsi e non sentirsi arrivati. Quando pensi che l’obiettivo è raggiunto ti arriva la bastonata. Penso sia il caso di tenere sempre alta l’asticella e di evitare subdole lusinghe».
Qual è invece l’elisir di questa Pro Patria che cambia pelle e sta sempre in alto?
«Tutti si sentono importanti, tutti hanno la chance di mettere in luce le loro qualità. Lo spirito e la consapevolezza che contraddistinguono questo gruppo giovano a tutti».
Fissi un traguardo per lei e la squadra.
«Difficile rispondere. Penso che non dobbiamo individuare un obiettivo, dobbiamo salvarci prima possibile poi essere animati dalla voglia di fare il massimo, alimentare il carburante che ci consente di mettere in mostra le nostre possibilità».
Jorge Vargas questo sconosciuto eppure ha conquistato tutti….
«Parlano i risultati. Lui è il comandante e quindi è sacrosanto valorizzare quello che ha fatto. Ha portato armonia, gli aspetti positivi aiutano e vogliamo consolidare la nostra mentalità. Magari andremo incontro ad altri momenti difficili ma il mister saprà darci i consigli utili».
Ottimi risultati, pubblico scarso: perché?
«Mi sono posto anch’io questa domanda. Penso sia un discorso generazionale e ritengo che manchi un po’ di attaccamento alla squadra della propria città. La società ha fatto tanto ma la risposta è stata tiepida».
Campionato equilibrato, chi la spunta?
«Vero, campionato equilibrato. Per me se la giocheranno Vicenza e Feralpisalò, nostra prossima avversaria per una ripresa coi botti, il Pordenone è un filino sotto. La Pro Patria? Faccia la Pro Patria con l’atteggiamento che ci ha portato fin qui. Poi vedremo».
«Questa Pro Patria funziona
perché tutti si sentono
importanti grazie a Vargas
Poco pubblico? C’è scarso
attaccamento alla squadra»
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