L’ALLERTA
Fine letargo, rospi in pericolo
Risveglio precoce a causa dell’anomalo clima mite. Volontari in campo per evitare le stragi di anfibi sulle strade

La sveglia quest’anno rischia di suonare con largo anticipo. Un mese e mezzo prima del tempo canonico dell’uscita dal letargo.
Rospi e rane, complici l’umidità e le temperature serali molto miti - troppo miti per essere il periodo più freddo dell’inverno -, stanno sentendo... la primavera.
Ci sono, forse solo sporadici, le avvisaglie e i primi avvistamenti di anfibi che dai luoghi del letargo iniziano la lunga marcia verso stagni, ruscelli e lago per deporre le uova. In questa migrazione, attraversano anche strade di grande traffico. E rischiano così di essere schiacciati dalle auto.
Per questo, sono attivi diversi gruppi di volontari che si occupano di allestire barriere ai lati della strada per fermare rospi e rane, raccoglierli in grandi secchi e trasportarli in sicurezza oltre la carreggiata. Viceversa sarebbe una strage.
Uno dei luoghi dove si registra il più consistente (6.000 rospi, quasi mille rane) “esodo” è l’area di Lentate Verbano, tra Osmate e Sesto Calende: a valle, ci sono infatti diversi stagni.
Ma in mezzo c’è un strada molto battuta. Soprattutto di sera, quando gli anfibi si mettono in cammino. Il gruppo “Volontari anfibi di Sesto Calende”, coordinato da Beppe Balzarini, è pronto ad andare in soccorso. Stavolta, come già nel 2018, con settimane d’anticipo.
«Sì, siamo in allerta» conferma Balzarini, alludendo al fatto che le temperature anomale di questo inizio d’anno, con punte anche di 4 o 5 gradi in notturna, e l’arrivo adesso dell’umidità, inducono i rospi a ritenere che sia giunta l’ora di risvegliarsi e partire, fenomeno questo che tradizionalmente dovrebbe avvenire a ridosso della primavera.
«Gli anfibi non seguono il calendario, sentono il clima e l’umidità». Già. Con i volontari di Sesto, operano nella zona di Osmate anche quelli del Parco del Ticino.
L’esperienza insegna che in alcune serate transitano fino a 600 rospi alla volta. Dunque, questo strano gennaio rischia di scatenare il risveglio precoce degli anfibi. Come detto, ci sono state nei giorni scorsi segnalazioni di anfibi già in movimento. Forse casi isolati - verrebbe da dire che un rospo non fa primavera -, di certo occorre stare allerta.
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