FISCO
Fare la «spia» rende poco
Ai Comuni che denunciano gli evasori soltanto le briciole di quel che fanno recuperare

Rende poco o nulla al Comune di Varese fare la «spia» (in senso buono) per il Fisco. A scorrere i numeri messi in fila dall’ufficio politiche territoriali della Uil nazionale sulla base dei dati comunicati ogni anno dal Ministero dell’Interno relativi alla compartecipazione dei Comuni alla lotta all’evasione fiscale, a Palazzo Estense ha prodotto 0 nel biennio 2016-2017 e la miseria di 615 euro nel 2018.
Come funziona il meccanismo lo spiega l’assessore alle Risorse del Comune di Varese Cristina Buzzetti: «Nel nostro caso, l’ente locale segnala alla banca dati dell’Agenzia delle Entrate di Varese tutti i casi sospetti di evasione, in genere in relazione ai tributi locali legati agli immobili, e a partire da questi dati l’Agenzia verifica che non esistano irregolarità o mancati pagamenti sulle imposte nazionali. Qualora la segnalazione effettuata dall’ufficio tributi vada a buon fine, al termine della procedura di accertamento è riconosciuta una piccola percentuale al Comune che ha segnalato l’irregolarità. Ma da questo tipo di attività, a quel che mi risulta, il ritorno è tutt’altro che immediato».
Qualche esempio pratico di comunicazioni effettuate dall’ufficio tributi municipale al Fisco? «I casi sono molteplici», continua l’assessore Buzzetti. «Molto spesso le segnalazioni si originano quando si accerta l’esistenza di un significativo “disallineamento” incrociando quanto indicato dal cittadino nella propria dichiarazione dei redditi e quello che sta effettivamente pagando, per esempio, di tassa sui rifiuti. Quando scopriamo che si paga la Tari su un immobile sconosciuto o non dichiarato, è pronto l’alert per l’Agenzia delle Entrate. Ultimamente abbiamo intensificato i controlli rispetto alle dichiarazioni Isee funzionali ad ottenere la compartecipazione alla spesa nei servizi a domanda individuale offerti dall’amministrazione comunale. Di fronte a dichiarazioni palesemente non regolari scatta l’accertamento con relativa segnalazione all’autorità fiscale».
Che considerazioni fare a fronte dei 615 euro riconosciuti dall’Agenzia delle Entrate a Palazzo Estense? «Verrebbe da pensare che l’Agenzia abbia criteri differenti per programmare gli accertamenti rispetto a questo tipo di segnalazioni. Segnalazioni che rientrano negli obiettivi di performance dei nostri uffici», azzarda un’ipotesi l’assessore.
In fondo, anche nel 2019 le cose non sono cambiate più di tanto: su 26 comunicazioni del Comune di Varese solo una, a quel che risulta all’ufficio tributi, è stata presa in carico dall’Agenzia delle Entrate. Va detto però che nel resto della provincia si nota un certo lassismo sulle comunicazioni al Fisco. «Ma quel che più ci preme è altro», va oltre l’assessore Cristina Buzzetti. «Come Comune abbiamo concentrato i nostri sforzi nell’attività di controllo e recupero dell’evasione tributaria». Un esempio? «Da quando ci siamo insediati abbiamo fatto un lavoro intenso sul recupero di tutte le annualità precedenti della tassa sui rifiuti. Il nostro lavoro ha fruttato il rientro di non meno di 300 mila euro di tasse evase ogni anno. Un dato di cui andiamo particolarmente fieri».
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