IL CASO
Focolaio nelle scuole di Viggiù
Quaranta tra insegnanti e bambini delle primarie positivi al coronavirus

Mentre nel Varesotto il numero dei nuovi contagi è in quotidiana altalena, nel paese della Valceresio è scoppiato un focolaio nelle scuole. In due plessi che ospitano le scuole primarie dell’istituto comprensivo Martino Longhi, ovvero quelli di Viggiù e della frazione di Baraggia, sono stati riscontrati una quarantina fra bambini e insegnanti positivi, equamente divisi fra i due edifici. Insomma, si tratta di un numero particolarmente preoccupante, se si pensa che gli ultimi dati dell’Ats Insubria del 30 gennaio, parlano di 49 persone positive in tutto nel territorio viggiutese. E che quindi, la stragrande maggioranza di essi riguarda le due scuole dopo che, nei mesi scorsi, erano state colpite soprattutto le due residenze santiarie-assistenziali del paese, Madonna della Croce e Casa San Giuseppe: «Questa nuova ondata ha particolarmente colpito i bambini - commenta il sindaco Emanuela Quintiglio - e quindi, su indicazione di Ats, entrambe le scuole sono state sottoposte a sanificazione e questa settimana sono stati sospesi i servizi mensa, i rientri pomeridiani e il doposcuola. Alle numerose famiglie colpite direttamente dalla malattia e dai disagi da essa provocati va la nostra vicinanza e i ringraziamenti per la preziosa collaborazione».
Il problema, in questo caso, non sono i bambini che, solitamente, se la cavano senza particolari problemi, ma il fatto che essi sono un veicolo dell’infezione a casa, dove ci sono genitori e nonni.
«Duole invece constatare come - conclude il sindaco - malgrado la pericolosità del virus sia ormai nota, continuano e, anzi, aumentano gli atteggiamenti irresponsabili di alcuni cittadini che ancora faticano a rispettare le regole trascorrendo imperterriti ore in gruppo a socializzare nelle vicinanze gli esercizi commerciali, incuranti di sanzioni e richiami delle forze dell’ordine. La guerra al virus non si può vincere solo a suon di multe, che pure vengono date: è indispensabile la collaborazione di ciascun cittadino, specie per poter riprendere a frequentare in sicurezza bar e ristoranti. Un atteggiamento irresponsabile dei clienti rischia di ripercuotersi anche sui commercianti già in estrema difficoltà».
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