NATO
Forza di Reazione Rapida. Caserma Mara al comando
Dal primo luglio la base di Solbiate Olona assumerà il ruolo di quartier generale della Allied Reaction Force

«Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente», affermava Mao Zedong. Ma di questi tempi è inutile nascondersi dietro a un dito: la grande confusione sotto il cielo fa temere a tutti noi - e per noi s’intende popolazione civile - che qualcosa possa accadere da un momento all’altro. Qualcosa che non si ha il coraggio d’immaginare.
Oltre i cancelli della caserma “Ugo Mara”, sede operativa del Corpo d’Armata di Reazione Rapida (NRDC-ITA), il personale militare multinazionale sta preparandosi da mesi alla fase di cambiamenti in atto nella NATO, con esercitazioni, studi accademici e addestramento dello staff, in vista di una sfida cruciale sul fronte della deterrenza e difesa, prevenzione e gestione delle crisi e sicurezza cooperativa: dal primo luglio la base di Solbiate Olona assumerà il ruolo di quartier generale della Allied Reaction Force (ARF), ovvero la Forza di Reazione Alleata.
Che cosa significa? Innanzitutto, dal punto di vista politico, che la NATO ripone la massima fiducia verso l’Italia. In concreto, che in provincia di Varese funzionerà il cuore (ma anche il cervello) della nuova forza multinazionale e multidominio chiamata a rispondere rapidamente alle minacce e alle crisi in tutte le direzione del territorio dell’Alleanza Atlantica.
È un cambiamento epocale, non solo per gli addetti ai lavori: si passerà cioè dal vecchio modello Response Force (NRF), la Forza di Risposta Rapida costituita nel vertice di Praga nel 2002, al nuovo concetto strategico siglato dal vertice di Madrid nel 2022 che si basa sulla capacità di mobilitare fino a 300mila persone sulle cinque dimensioni terra, aria, acqua, cyber e spazio. In tempi rapidissimi, su ordine della massima autorità della NATO in Europa (SACEUR), i militari vengono dislocati in un’area di crisi. E la cabina di regia sarà alla caserma “Ugo Mara”, Solbiate Olona, Italia.
Non a caso proprio qui, come testimonia il sito di NRDC-ITA (nessuna comunicazione è stata data ai media), nei giorni scorsi si è svolta la Eagle Eye 2024 con la partecipazione di ufficiali italiani e dell’Alleanza Atlantica, oltre a docenti e specialisti del settore della “Human security”. Al di là dell’inglesismo d’ordinanza, il concetto è questo: come e dove mettere al sicuro la popolazione civile in caso di intervento della nuova Forza di Reazione Rapida in un contesto urbano.
A focalizzare l’argomento è stata Irene Fellin, rappresentante speciale del Segretario Generale della NATO per Donne, Pace e Sicurezza. A dare il via al summit è stato il comandante di NRDC-ITA, generale di Corpo d’Armata Lorenzo D’Addario.
Una qualsiasi città di qualsiasi dimensione, in un giorno qualsiasi: bambini, anziani, persone fragili, donne e uomini in pericolo vanno accompagnati in zone sicure, allontanati da esplosioni e conflitti a fuoco, assistiti.
Chi fa che cosa? Quanto il “tocco militare” sia prezioso sul fronte civile è stato chiaro durante la pandemia, con i militari di Solbiate Olona in prima linea nell’allestimento e gestione dei centri vaccinali. Nessuno avrebbe mai immaginato di finire ostaggi in un’emergenza sanitaria mondiale: a maggior ragione, ora, la “confusione sotto il cielo” fra Ucraina e Medio Oriente impone una concreta consapevolezza dei rischi.
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