IL COMMERCIO
Fox Town guarda all'Italia
Problemi sul lavoro domenicale: l'outlet studia il passaggio in Italia

La notizia diffusa dai media ticinesi circa il possibile passaggio dell'outlet Fox Town in Italia, a pochi chilometri dal confine, ha scatenato una ridda di supposizioni sulla possibile collocazione di questa straordinaria struttura. Le notizie diffuse dalla stampa sono fondate ma non si può non tenere conto del retroscena che le ha generate.
Cominciamo col dire che la grande concorrenza degli ipermercati italiani posti a ridosso del confine, aperti tutti i giorni della settimana, domenica compresa, ha riportato con forza nella politica ticinese il problema delle aperture domenicali. Vietate da una rigidissima legge federale ma autorizzate, se i "negozi" sono in prossimità di una zona di confine, da un provvedimento cantonale che per l'outlet in questione è arrivato nel 1996.
Fox Town, in breve, lavora da anni anche di domenica per effetto di una modifica del regolamento d'applicazione della legge cantonale sul lavoro e nessuno si è mai sognato di dire nulla circa l'impiego di lavoratori in un giorno festivo in Ticino. A Chiasso, poco distante, si è di recente insediato anche il centro Polaris Ovale, una struttura con negozi, anche di grandi marche, che pure ha rivendicato la volontà di tenere aperto di domenica e l'ha ottenuta, sempre dal Dipartimento cantonale delle finanze e dell'economia (Dfe) che regola a livello cantonale la materia.
Il sindacato ticinese Unia ha sbottato, chiedendo per iscritto che vi fosse l'intervento dell'ispettorato cantonale del lavoro per effettuare i dovuti controlli per fare rispettare le norme federali in materia di lavoro domenicale al centro di Chiasso. Una lettera trasmessa anche alla Segreteria di Stato dell'economia di Berna (Seco).
Che c'entra Fox Town con tutto questo?
La Seco già tre anni fa si era limitata a dire che le aperture domenicali non sono conformi alla legge federale e che, in caso di controversia, non sarebbe stata accolta alcuna deroga.
Insomma, se nessuno "baccaglia" tenete aperto, diversamente faremo rispettare la legge.
Questo a parole.
Nei fatti il centro di Mendrisio è troppo importante e nessuno se la sentirebbe di mettere le mani in un roveto del genere pur costatando che la questione del Centro Ovale di Chiasso pone un problema di disparità di trattamento.
Il problema non si era mai posto e la crescita del Fox Town ha fatto bene a tutti, anche ai frontalieri che vi lavorano e che fanno parte del migliaio di occupati. Il Cantone potrebbe aggirare il problema facendo appello a un'ordinanza federale che ammette le aperture domenicali in caso di problemi di competitività con l'estero. Appunto, il Cantone stabilisce l'apertura oraria. E per il lavoro dei dipendenti, chi li autorizza a lavorare di domenica?
Quali sarebbero le reazioni dei sindacati?
Giorgia Tarchini - responsabile marketing del factory store FoxTown - ha chiarito la posizione della struttura in un'intervista rilasciata al Corriere del Ticino ed è poi su queste parole che è nato il dibattito al confine sul possibile spostamento.
«Attualmente circa il 50% della cifra d'affari dei negozi viene ottenuta il sabato e la domenica, l'altra metà nel resto della settimana - dice nell'intervista al CdT - e semmai dovessimo perdere la possibilità di tenere aperto la domenica, saremo costretti a spostare l'intera attività altrove, oltre confine, magari anche a pochi chilometri di distanza».
Che cosa accadrà ora non è facile prevederlo: a Bellinzona devono prendere decisioni in grado di non scontentare nessuno, soprattutto decisioni che non facciano felici varesotti e comaschi che anelerebbero ad avere sul proprio territorio un centro come il Fox Town di Mendrisio.
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