REGIONE
Caruso, l’assessore subito sotto tiro
Anche “fuoco amico” sulla gallaratese inserita in giunta da Fontana. Il dubbio sul preconcetto di genere e lo scarso entusiasmo del centrodestra cittadino

Una settimana dopo la sua nomina ad assessore regionale alla Cultura non ci sono più dubbi: la gallaratese Francesca Caruso continua a essere sotto tiro da sinistra a destra a causa della delega che ha ricevuto. Sin da quando il riconfermato governatore Attilio Fontana, il 10 marzo, a sorpresa per molti (ma non per tutti), ne ha ufficializzato l’ingresso nella nuova giunta di Palazzo Lombardia, non è trascorso giorno senza che qualcuno l’attaccasse per il fatto stesso di trovarsi nel posto in cui l’hanno messa.
DUBBI ED ECCEZIONI
Subito sono stati sollevati dubbi ed eccezioni sulle sue competenze nella vasta materia della quale è chiama a occuparsi per la Regione, provenendo lei da un impegno assessorile nel campo della Sicurezza a livello comunale e da esperienze giuridiche sul fronte professionale. Complice, forse, anche la risposta che ha dato ai giornalisti sulla parentela alla lontana con il sassofonista Fausto Papetti (era il fratello di sua nonna) nelle interviste a caldo appena ricevuta la nomina. Inevitabile, che ne potesse scaturire ironia a diffusione nazionale come accaduto (ultimi in ordine di tempo a scherzarci su Luca e Paolo).
IL FUOCO AMICO
Nulla di particolarmente grave: chiunque fa politica sa - o almeno dovrebbe sapere e quindi mettere in conto - di potere subire critiche, attacchi e anche colpi bassi. Fa parte del gioco. Tuttavia, finché a sparare sono la satira e le opposizioni non c’è nulla di strano. Ma quando parte anche il fuoco amico, come successo mercoledì scorso in occasione del primo consiglio regionale, allora qualche domanda sul motivo di tanto accanimento per una nomina squisitamente politica dettata dal mantenimento degli equilibri in un’alleanza in cui tutti chiedono e in un partito (il suo, FdI), come dal 1947 in Italia si fa, comincia a sorgere.
L’INTERROGATIVO
La domanda è: perché? Forse perché è più facile colpire una donna, in questo caso donna di partito? Senza dimenticare che, nel centrodestra cittadino, non tutti sono entusiasti di questa nomina, nonostante Gallarate non potesse vantare una assessore regionale da almeno una quindicina d’anni.
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