IL CASO
Franco Tosi perde anche il nome
Via da piazza Monumento lo storico marchio: la Cassazione dà ragione in via definitiva a Italmobiliare spa del gruppo Pesenti

Un contenzioso che si è trascinato per 14 anni, per poi arrivare al dunque nel momento probabilmente meno opportuno. Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione si è pronunciata sulla diatriba che dall’ormai lontano 2000 divideva Casti Group e Italmobiliare Spa, due società che si ritenevano entrambe titolate a usare il marchio Franco Tosi. La Suprema corte ha confermato la sentenza d’appello (che a sua volta già aveva confermato quella di primo grado): il marchio Franco Tosi è di Italmobiliare. Che dal 2010 non se ne fa nulla, ma che almeno per ora non intende permettere che altri lo mettano sulla fabbrica di piazza Monumento.
Italmobiliare è la holding finanziaria presieduta da Giampiero Pesenti che si occupa di industria, finanza ed editoria: in Tosi Pesenti era arrivato nel lontano 1952 ed era rimasto fino al 1998, quando la società di Legnano aveva ceduto le sue attività industriali ad Abb e Ansaldo Energia, che avevano in progetto di realizzare un polo elettromeccanico. Il progetto era poi fallito, ma tra arbitrati e strascichi giudiziari l’operazione portò comunque nelle casse di Italmobiliare 450 miliardi di lire. Più il marchio Franco Tosi Spa, che rimane nella holding come titolare di attività finanziarie. Le attività manifatturiere di Tosi cessarono nel 1988, nel 1997 il Cda di Italmobiliare decise di incorporare la società legnanese, così di fatto il titolo Franco Tosi Spa sparì dalla Borsa di Milano, dove era quotato fin dal 1936. Poi nel 2010 il Cda presieduto da Pesenti procedette a una razionalizzazione della holding, e Franco Tosi si fuse con Italmobiliare, sparendo definitivamente.
Intanto però dal 2000 lo scenario in piazza Monumento era cambiato. Uscita di scesa Ansaldo Energia, che già aveva rotto il sodalizio con Abb cedendole le ex Industrie Elettriche, la fabbrica era diventata di proprietà del gruppo dell’imprenditore varesino Gianfranco Castiglioni, che come prima mossa aveva "resuscitato" il marchio Franco Tosi. La "nuova Tosi" si chiamava Franco Tosi Meccanica Spa, a fianco dello storico marchio bianco e azzurro era apparso anche l’elefantino verde simbolo dei Castiglioni. Il problema si pose fin dall’inizio: poteva Castiglioni usare il marchio che era rimasto di proprietà di Pesenti?
Dopo i primi tentativi di comporre la questione in via bonaria, i due arrivarono in Tribunale: il primo grado assegnò il marchio a Pesenti, il secondo pure. Poi per tentare di evitare una sentenza definitiva le trattative si fecero più serrate, ma nel 2008 arrivarono gli indiani di Gammon e la situazione si complicò ulteriormente. Anche perchè nel frattempo la Tosi andava via via smagrendosi, e diventava sempre più difficile dimostrare in Tribunale che la fabbrica di piazza Monumento aveva il diritto di chiamarsi Franco Tosi perchè era la stessa Franco Tosi degli anni Ottanta...
Naufragati gli ultimi tentativi di trovare un accordo sull’utilizzo del marchio, nei giorni scorsi si è quindi arrivati alla sentenza definitiva, e proprio mentre è in corso la gara per decidere il futuro di un’azienda che punta molto sulla sua storia e sulla possibilità di poter effettuare service sui tanti impianti che la vecchia Tosi aveva installato in giro per il mondo. Il rischio era conosciuto, lo stesso bando di gara redatto dal commissario straordinario Andrea Lolli avvisava i concorrenti che sul marchio era aperto un contenzioso. Preso atto della sentenza, Lolli avrebbe ora avviato con Pesenti una trattativa su due fronti: la prima idea sarebbe quella di affittare il marchio per due anni, lasciando poi al vincitore della gara l’incombenza di sbrogliare il pasticcio: la seconda sarebbe invece quella di accordarsi subito con Italmobiliare per comperare il marchio e mettere fine a una querelle che è già durata troppo.
In questi mesi per l’azienda di piazza Monumento Lolli ha fatto molto, adesso dovrà anche riuscire nel miracolo di risolvere in un pugno di settimane un contenzioso che prima Castiglioni e poi gli indiani non sono riusciti a superare nonostante dieci anni e più di tentativi.
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