SUL CONFINE
Gaggiolo: «Chi siete? Dove andate?»
Oggi, giovedì 17 ottobre, sondaggio delle autorità svizzere in dogana. Serve alla mobilità e al traffico dei frontalieri

«Quanti siete? Cosa portate? Ma quanti siete». La frase del film “Non ci resta che piangere”, con Benigni e Troisi a un primordiale valico, può essere presa ironicamente a prestito per annunciare ciò che succederà oggi, giovedì 17 ottobre, alla dogana italo-svizzera di Gaggiolo: le autorità elvetiche del Dipartimento del territorio in collaborazione on l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, intervisteranno gli automobilisti in transito ai fini di conoscere le loro abitudini di viaggio transfrontaliero, la destinazione e altre informazioni utili alla pianificazione della mobilità in Canton Ticino.
ORARI E DOMANDE
Gli orari, oggi a Gaggiolo, dell’inchiesta sono suddivisi in quattro fasce: dalle 6 alle 9; dalle 10 alle 12; dalle 13 alle 15; dalle 16 alle 18. Pur non essendo un sondaggio tarato sui frontalieri, è chiaro che i principali interessati sono loro. E infatti, ai lavoratori varesini impiegati in Svizzera verrà proposte anche le domande sulla disponibilità di posteggi (a destinazione), sulla flessibilità degli orari, sull’eventuale lavoro da remoto e sulla percentuale di occupazione.
PETTORINA E SCRITTA
Gli intervistatori sono ben riconoscibili: indossano una pettorina catarifrangente con l’indicazione “Dipartimento del territorio” e il tempo richiesto è di due minuti. Viene infatti precisato che il sondaggio non andrà a rallentare il traffico doganale. Quello del Gaggiolo è uno degli ingressi più gettonati dai frontalieri. Dalle 6 alle 8 e al rientro dalle 16 in poi, si formano code. Non a caso, molti ripiegano sui valichi minori come Ligornetto e San Pietro. Quest’ultimi, a loro volta, saranno coinvolti nel sondaggio settimana prossima, martedì 22 ottobre. Stessi orari, stesse modalità.
I RISULTATI
I risultati raccolti verranno divulgati dal Dipartimento del territorio ticinese il prossimo anno. Che cosa bolle in pentola? La volontà delle autorità elvetiche di perfezionare la mobilità interna, puntando anche sul trasporto pubblico. Altro punto chiave: capire se tra i frontalieri è diffuso il car sharing oppure no. Uno, due o tre auto per quattro o cinque frontalieri è questione che ha la differenza sulla portata del traffico al di là del confine.
DOVE DOMINANO I “NOSTRI”
Sono 78.645 i lavoratori frontalieri in Canton Ticino, secondo l’ultima rilevazione. Di questi, un terzo provengono dalla provincia di Varese.
Le dogane più battute sono appunto quella del Gaggiolo e il valico di Ponte Tresa, opzione questa privilegiata da chi abita a nord della provincia e lavora nel Luganese. Che l’impatto della manodopera italiana sia notevole oltre confine lo dicono i dati: ci sono Comuni del Ticino in cui il numero di frontalieri è superiore a quello complessivo e anche paesi dove gli arrivi quotidiani (di frontalieri) appunto supera il dato complessivo della popolazione svizzera che vi abita.
Qualche esempio per fare luce: a Lugano la quota di lavoratori italiani è di circa il 25% sul totale, a Chiasso rasenta la metà (49,8%). A Mendrisio l’incidenza dei frontalieri è del 57%. Stabio, il primo comune che s’incontra entrando dalla porta del Gaggiolo, la forza lavoro è dominata dai frontalieri: 3 su quattro (75,4%).
È quasi superfluo osservare che quando si abbassano le saracinesche delle attività e si chiudono le serrature degli uffici, il fermento si posta. Destinazione dogane.
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