IN FRONTIERA
A Gaggiolo quasi mezzo milione in contanti non dichiarati
Guardia di Finanza e Agenzia Dogane trovano i soldi in auto, borse e vestiti. Sette persone fermate: evasione fiscale per 133mila euro

Fermate alla dogana con oltre 133.000 euro non dichiarati: sette persone finiscono nei guai.
È il bilancio delle ultime settimane di controlli eseguiti dai militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Gaggiolo (dipendente dal comando provinciale di Varese) e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) che, nell’ambito di sette operazioni contro il traffico transfrontaliero di valuta, hanno intercettato la bellezza di quasi 435mila euro. Operazioni nel corso delle quali è stata accertata la violazione dell’obbligo di dichiarazione delle somme pari o superiori a diecimila euro, per un importo complessivo di 133.383 euro non dichiarati.
Ai trasgressori è stata quindi contestata la mancata dichiarazione doganale e inflitta la conseguente sanzione amministrativa, che prevede una oblazione immediata, con il pagamento di una somma pari al 15 per cento sull’eccedenza oltre la soglia ammessa.
NASCOSTI IN BORSE O AUTO
I soldi erano nascosti soprattutto all’interno di automobili oppure dentro borse, ma in alcune occasioni erano occultati tra i vestiti indossati dalle persone che stavano oltrepassando il confine italo-svizzero. È il caso, ad esempio, dell’uomo con doppia cittadinanza (della Svizzera e del Kuwait) che, fermato alla dogana, ha affermato di non avere denaro con sé. Gli inquirenti hanno voluto vederci chiaro e hanno disposto accertamenti approfonditi: dal controllo è così emerso che nascondeva addosso a sé banconote per un totale di circa 9.500 euro e 5.200 franchi svizzeri.
LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE
I controlli posti in essere dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Sezione Operativa Territoriale di Gaggiolo) e dai militari della Compagnia delle Fiamme Gialle di Gaggiolo confermano, ancora una volta, l’efficacia della collaborazione instaurata da tempo al fine della repressione dei traffici illeciti e del contrasto all’evasione fiscale e al contrabbando, a tutela della sicurezza economico-finanziaria della nazione. Una attività che è finalizzata a garantire l’osservanza delle prescrizioni delle leggi in materia valutaria e che si inquadra in un più generale dispositivo di controllo al confine tra i due Paesi.
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