IL LUTTO
Gallarate, addio al “Signore della notte”
Scomparso Mario Del Rizzo: oggi i funerali

Non importa se fosse felice o triste, entusiasta per un successo o arrabbiato per qualcosa andato storto nell’organizzazione di uno spettacolo: Mario Del Rizzo dava sempre l’impressione di camminare a qualche centimetro da terra, di parlare come se la sua voce fosse foderata di velluto. Lui era “Il Signore della notte”, come anni fa volle titolare la biografia della sua vita avventurosa in provincia di Varese al timone di discoteche modaiole e raffinate, che negli anni Ottanta e Novanta attiravano migliaia di giovani, meno giovani, vip e supervip. «Lui era come un lord inglese», lo ricorda fra le lacrime la moglie Sabrina Benincasa, che gli è stata accanto fino all’ultimo respiro: Del Rizzo, 68 anni, martedì 13 settembre è entrato per sempre nella notte. Sconfitto da un tumore molto aggressivo comparso undici anni fa e che l’imprenditore gallaratese originario di Pordenone ha tenuto a bada senza perdere mai la sua eleganza, nei modi e nel vestire. È morto all’ospedale Sant’Antonio Abate, oggi, giovedì 15 settembre, alle 14.30 i funerali in Basilica.
Con Mario Del Rizzo scompare un’epoca. Era un divertimento sano (molteplici le campagne promosse su salute e sicurezza stradale) e glamour quello che si viveva al Crystal Club di Cavaria con Premezzo, al Ciak di Castiglione Olona, al Passatore di Varese, a bordo della barca che d’estate si trasformava in pista da ballo navigante sul lago Maggiore.
Certe sere capitava d’incontrare Vasco Rossi o Vittorio Sgarbi, Mara Venier o Serena Grandi, Walter Zenga o Brigitte Nielsen, nei fine settimana non si andava solo a ballare ma per vivere un’avventura anche di coesione sociale: ragazzi e ragazze si parlavano, si conoscevano, nascevano legami. Non c’era Tik Tok, non c’era il Covid. Altri tempi. Archiviata quella stagione d’oro durata trent’anni (anche al vertice della SILB regionale e nazionale), Del Rizzo, già malato, aveva avviato la Usato Ristobar, società di rigenerazione del materiale usato nei locali, quando ancora non si parlava di riuso e di transizione ecologica.
«Ancora oggi», si legge nella biografia scritta da Beppe Bonazzoli, «mi chiedo se quel fatto che ha segnato la mia vita è capitato davvero o è stato soltanto un sogno. A volte mi assale l’angoscia di svegliarmi bruscamente...». Ieri, la musica è finita.
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