IL LUTTO
Addio alla mamma di Eugenio Milani

È morta Annamaria Schiavini. Era la madre di Eugenio Milani, il ragazzo ucciso il 10 dicembre 1996 con un colpo di pistola alla testa da uno dei due rapinatori che alle 18.40 avevano fatto irruzione nella tabaccheria di famiglia in via Locarno 17, a Crenna.
Un omicidio senza senso - concretizzatosi in ospedale nella notte durante la quale la flebile speranza di sopravvivenza legata a un macchinario era svanita molto presto - che aveva choccato tutta Gallarate.
Annamaria Schiavini se n’è andata ieri a 80 anni. Oggi alle 15.30, nella chiesa di San Zenone, ne viene celebrato il funerale. Poi la donna, che per 23 anni si è portata nel cuore l’infinito dolore del figlio unico morto ammazzato mentre cercava di difenderla dal male, verrà sepolta a fianco del suo ragazzo.
In quella tomba sulla quale da quel freddo e tremendo dicembre di fine secolo scorso i fiori freschi non sono mai mancati un giorno.
Aveva diciassette anni, una fidanzatina, tanti amici, molti interessi, un buon profitto a scuola (era al quarto anno dell’Itpa, all’epoca in via Ferraris), quando il secondo proiettile esploso dal rapinatore gli ha traforato il cranio facendo calare il buio sulla comunità.
Eugenio Milani faceva sport, tifava Inter, frequentava in modo attivo l’oratorio di Crenna, era benvoluto da tutti. Un giovane che, perso il padre da poco più di un anno a causa di una malattia, si era fatto coraggio e si era stretto ancor più vicino a sua madre.
Come in quel freddo martedì. E c’era un motivo preciso per il quale lui si trovava in tabaccheria. Il giorno prima sua mamma aveva subito un furto: intorno alle 17 era entrato un cliente chiedendo una marca da bollo, la donna aveva preso la cartelletta, il ladro gliel’aveva sottratta ed era fuggito. L’episodio aveva scosso i due. Lo avevano spiegato loro stessi intorno a mezzogiorno del 10 dicembre a chi scrive — andato a raccogliere una testimonianza diretta dopo l’arrivo in redazione con i tempi di allora della notizia del colpo — e avevano fatto capire che dietro a quel bancone era rimasta tanta paura.
Poi alle 18.40 entrambi si sono trovati di fronte i rapinatori armati, il ragazzo ha preso un bastone per reazione a tutela della madre e uno dei balordi ha sparato.
Una decina d’anni dopo entrambi i criminali sono stati arrestati. Le forze dell’ordine lo avevano promesso quella sera di sirene, lampeggianti e dolore: li avrebbero presi. C’è voluto tempo, ma l’omicidio Milani non è stato dimenticato e alla fine il responsabile è finito dentro.
Da oggi Annamaria riposerà vicino al suo Eugenio. Un ragazzo coraggioso dagli occhi buoni ucciso senza motivo.
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