IL CASO
Gallarate, truffa degli affitti: ecco come funziona
Annunci partiti da Roma, ma in realtà arrivano dall’estero

La nuova frontiera delle truffe potrebbe essere quella degli appartamenti in affitto: la città inizia a tappezzarsi di cartelli “affittasi” con prezzi accettabili. Dietro ci sono soggetti pronti a colpire chi ha bisogno di un tetto. Il fenomeno è da accertare ma sembra molto concreto il rischio di raggiro. Come spiega una lettrice che chiede di restare nell’anonimato: «Un fantomatico proprietario che ha ereditato dalla nonna almeno un paio di appartamenti decide di affittarli, ma vive a Roma. Dunque le case non si possono vedere ma bisogna fidarsi di fotografie mandate via whatsapp per poi scambiare documenti e mandare bonifici: tre mesi di caparra». Quando si vedrà la casa davvero? Solo dopo aver pagato, ma se non va bene, il contratto si può rescindere e soprattutto i soldi verranno restituiti. Al momento non ci sono stati truffati, almeno non risulta ai carabinieri dalla compagnia di Gallarate e neppure al comando provinciale di Varese: ma qualche cittadino a caccia di case, è caduto nella rete dei malviventi.
L’ESPERIMENTO
Ci sono già alcune segnalazioni che sono state inviate a Striscia la notizia, il programma satirico di Antonio Ricci che da anni si occupa anche di trovare e identificare truffatori che agiscono indisturbati. Ieri, a seguito di alcune segnalazioni di lettori e di post che circolano sulle pagine Facebook del territorio, la Prealpina ha provato a contattare alcuni numeri di telefono raccolti dai cartelli presunti fasulli raccolti e denunciati dai lettori.
Componendo il numero di Gallarate, è risultato essere sempre occupato. Un altro numero è risultato essere inattivo mentre il terzo è risultato libero. E ha risposto Edoardo. Prima di parlare però, l’uomo ha chiesto esattamente la posizione dell’annuncio. Una volta convinto che non si trattasse di un tranello, ha dichiarato di avere ereditato due appartamenti dalla nonna e che al momento sono in affitto, arredati con nuovi mobili da poco tempo. Ma non c’è assolutamente possibilità di vederli di persona perché lui «è di Roma», sebbene non abbia la minima flessione della capitale anzi vago accento del sud che sotto la raffica di domande tradisce una lieve cadenza dell’Est, e non ha intenzione di salire in zona perché sarebbe una spesa.
CAPARRA PRIMA DI VEDERE
Dietro insistenza, ha poi dichiarato che prima era necessario versare denaro della caparra per poi vedere la casa dal vivo e avere le chiavi. Il contratto sarebbe stato redatto dal suo commercialista con la clausola di restituzione del denaro, se al momento della consegna delle chiavi la casa non corrispondesse alle immagini mandate. Come garanzia ha chiesto busta paga a tempo determinato e tre mesi di caparra: nella casa niente cani. Al momento di andare in stampa, le immagini dell’appartamento non sono arrivate. Restano però forti dubbi sul fatto che l’annuncio sia vero. La chiamata di Prealpina conferma la denuncia della lettrice. Intanto i carabinieri stanno indagando alla luce delle segnalazioni.
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