MENSA DEI POVERI
Caianiello: il processo resta a Milano
Il gup rigetta le eccezioni territoriali di Busto Arsizio e Novara. Prossima udienza l’11 giugno

Mensa dei Poveri, niente spezzatino. Il gup del tribunale di Milano Natalia Imarisio ha respinto le eccezioni di competenza territoriale che avrebbero comportato di disperdere in più sedi giudiziarie competenti - a cominciare da quella di Busto Arsizio - il procedimento penale risultato dell’indagine tra corruzione, politica e istituzioni portata avanti dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, sotto la guida del procuratore aggiunto Alessandra Dolci.
Agevolato clan di ‘ndrangheta
A calamitare tutto nella competenza distrettuale del tribunale di Milano, a detta del giudice, è stata la contestazione mossa a un unico imputato, l’imprenditore dei rifiuti Daniele D’Alfonso (coinvolto nel filone milanese dell’inchiesta), dell’aggravante di avere con i propri vari reati agevolato l’organizzazione mafiosa di un clan di ’ndrangheta.
Si decide sul rinvio a giudizio
Sempre oggi, lunedì 26 aprile, è stato stabilito che l’udienza preliminare a carico dei cento imputati andrà avanti su un doppio binario. Il primo, al via l’11 giugno, consiste nell’udienza preliminare riservata a tutti gli imputati che non hanno fatto esplicita richiesta di riti alternativi. Quel giorno ci sarà la requisitoria dei pm che, imputazioni alla mano, chiederanno di mandare a processo, tra gli altri, il sindaco di Gallarate Andrea Cassani; il suo vicesindaco Moreno Carù (Forza Italia); l’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi; l’ex consigliere comunale di Busto Arsizio e coordinatore provinciale di Forza Italia Carmine Gorrasi; l’ex consigliere regionale di FI Angelo Palumbo; l’ex patron di Tigros Paolo Orrigoni; l’ex presidente del cda della società Arno, Rile e Tenore Giuseppe Filoni; l’ex dg di Afol Metropolitana di Milano Giuseppe Zingale; la dirigente del settore Urbanistica del Comune di Gallarate Marta Cundari; il consigliere di amministrazione di Accam Michele Colombo; l’ex assessore alla Sicurezza di Cassano Magnago Paola Saporiti; l’ex vicecoordinatore lombardo di FI ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella; e il consigliere lombardo azzurro Fabio Altitonante. Nell’udienza dell’11 giugno parola anche alle parti civili e alle difese.
Codacons non ammessa a parte civile
A proposito di parti civili, l’unica non ammessa è stato il Codacons. Semaforo verde per Comune di Gallarate (ma non contro Tigros Spa); Comune di Milano; Parlamento Europeo (per le vicende Comi); Accam; A2A Calore & Servizi; Amsa; Prealpi Servizi; Alfa; e Acqua Novara Vco.
Caianiello prova rito alternativo
All’incirca un mese dopo, l’8 luglio, il gup calendarizzerà le udienze relative alle istanze di patteggiamento, di giudizio con abbreviato e di messa alla prova. Istanze preannunciate dalle parti nell’udienza di ieri. Poco più di venti le richieste di patteggiamento. Capofila l’ex plenipotenziario varesino di FI Nino Caianiello, ritenuto il vertice del sistema corruttivo, e l’onorevole forzista Diego Sozzani. Inoltre, riproveranno a patteggiare gli undici imputati a cui il gup Vicidomini aveva detto di no nel novembre 2019: tra gli altri, l’ex coordinatore gallaratese di FI Alberto Bilardo; l’ex assessore all’Urbanistica Alessandro Petrone; l’avvocato Stefano Besani; l’ex presidente di Accam Laura Bordonaro; l’ex consigliere di Prealpi Servizi Marcello Pedroni; l’imprenditore Piero Enrico Tonetti; l’intermediario Pier Michele Miano; e l’ex consigliere di Alfa Srl Davide Borsani.
Abbreviato per mezza dozzina di imputati
All’incirca una mezza dozzina gli imputati che hanno anticipato l’intenzione di essere giudicati con rito abbreviato e, tra questi, figura Gianluca Quartesan, all’epoca componente della commissione Paesaggio del Comune di Gallarate. Cinque le istanze di messa in prova. Una di queste riguarda l’ex collaboratore di Lara Comi Giovanni Enrico Saia.
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