MINACCE
Messaggio alla ex: «Capisco Turetta». E i carabinieri lo arrestano
Gallarate, stalker 23 enne prende di mira l’ex fidanzata

«Io comprendo perché tanti ragazzi, come Filippo Turetta, arrivano a compiere certe azioni, non giustifico il gesto in sé ma comprendo e giustifico con tutta la mia forza il motivo»: non è un messaggio rassicurante quello che il ventitreenne aveva scritto alla ex nei giorni scorsi. Turetta, per i pochi che non lo abbiano mai sentito nominare, è un ventitreenne condannato all’ergastolo (in primo grado) l’8 aprile per l’omicidio della ex Giulia Cecchettin. Tra l’inquietante riferimento e l’eco del delitto di settimana scorsa a Samarate, gli inquirenti non hanno vacillato: sabato il ragazzo è stato arrestato dai carabinieri in flagranza differita con l’accusa di stalking, domani, difeso dall’avvocato Samuele Genoni, comparirà davanti al gip Milton D’Ambra per l’interrogatorio di convalida.
MERCOLEDI’ NERO
Proprio nel giorno in cui è stata uccisa Teresa Stabile, il ventitreenne ha iniziato a inviare messaggi minatori alla giovane con cui usciva da febbraio. Agli investigatori la ventenne ha raccontato che fino al giorno prima il loro rapporto era stato sereno. Il 16 aprile, dopo una litigata per un motivo così stupido da non ricordarselo, i due si sono lasciati. L’indomani ottanta chiamate e centinaia di whatsapp, «sia chiaro, tu muori, magari tra vent’anni ma ti ammazzo, oggi non ne esci viva». E poi «ti credi potente da fare ciò che dici tu? Non pensare di passarla liscia, dimmi dove sei o vuoi che inizi con tuo fratello?».
«NESSUNO MI AIUTA»
Il ragazzo ha già precedenti per maltrattamenti verso la madre e il fratello. Non ha un tetto sotto cui stare (gli dava ospitalità un parroco di Busto Arsizio), non ha un lavoro. Sarà per questo che sabato ha iniziato a chiamare i carabinieri chiedendo di essere arrestato. «In carcere ho almeno la dignità di avere vitto e alloggio perché fuori nessuno mi aiuta». Ma prima di arrivare a sabato, allo show che ha messo in piedi al pronto soccorso di Busto, dove gridava contro la guardia giurata «chiama il 112 sennò vado in strada e ammazzo o violento il primo che passa», ha tempestato la ex di imprecazioni, pretendo di incontrarla di persona. «Vengo lì e spero ci siano i tuoi, non credo che a loro farebbe piacere ciò che potrei combinare». Il ventitreenne ha addirittura avvertito i carabinieri dell’intenzione di recarsi sotto casa della giovane per ucciderla. Che fossero deliri psicotici o intendimenti concreti, ora ha le mani legate.
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