SANITÀ
Gallarate: chiude l’hub vaccinale al Casermone
Nell’ex deposito dell’Aeronautica 340.000 utenti dopo la pandemia. Asst Valle Olona punta ora su una rete di sedi capillari

Adesso c’è anche l’ufficialità: l’hub vaccinale al Casermone chiude. Resta da mettere nero su bianco la data, ma la decisione di interrompere l’esperienza che dopo la pandemia ha fatto ruotare 340mila utenti attorno all’ex deposito dell’Aeronautica di viale Milano è stata presa in maniera ufficiale. In un’ottica, fanno sapere dall’Asst Valle Olona, di “strategia condivisa con Regione Lombardia”.
Il direttore sociosanitario, John Tremamondo, spiega: «La strategia è quella di superare le disomogeneità territoriali e promuovere una diffusa capillarità dei punti vaccinali, oltre a una maggiore proattività nel raggiungere gruppi di popolazione difficili da reperire». Insomma, si avvicinano i vaccini ai luoghi dove le persone vivono. «L’obiettivo - prosegue il dirigente - nel prossimo triennio, è quello di implementare azioni concrete e sistemi efficaci, al fine di incrementare le coperture vaccinali, soprattutto nei soggetti ad alto rischio di patologia. Rafforzeremo quindi governance, reti e percorsi di prevenzione vaccinale anche attraverso l’adozione di una visione propositiva e di un approccio focalizzato sulle esigenze del cittadino».
In pratica il centro di riferimento per i vaccini avrà la propria sede alla casa di comunità di Gallarate, nella quale sarà preservata l’intera offerta vaccinale attualmente attiva nell’ex caserma dell’Aeronautica. Inoltre verranno realizzati gli ambulatori vaccinali cosiddetti Spoke nelle case di comunità di tutti e quattro i distretti che fanno capo all’Asst Valle Olona.
Si torna dunque a farsi vaccinare ciascuno nel proprio territorio. «La strutturazione del palinsesto delle attività sarà proporzionato alla popolazione di riferimento per ciascuna delle case di comunità, in base alle fasce d’età, garantendo l’apertura lungo tutto l’arco della giornata» precisa l’azienda sociosanitaria.
L’intento è quello di aumentare le coperture vaccinali, soprattutto nei confronti dei soggetti ad alto rischio di patologia, cercando di avvicinare i vaccini al luogo dove le persone vivono. Il progetto punta anche a promuovere le vaccinazioni tramite “reti professionali” di medici di medicina generale e specialisti, sotto il coordinamento del Dipartimento di Prevenzione e dei centri vaccinali territoriali, «così da assicurare la presa in carico dei pazienti cronici o fragili da parte di centri specialistici che li hanno in cura per le patologie di base».
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