PERSONAGGI
I 100 anni della maestra
Rosa Banzi Monti inventò le famose «Roselline» nel 1958

La vita è curiosa e il caso intesse intrecci straordinari che ci fanno fortunatamente sorridere e sognare un poco. Un esempio: oggi ho l’opportunità di raccontare qualcosa di una delle persone grazie alle quali ho imparato a scrivere tanti e tanti anni fa. Il suo nome è Rosa Banzi Monti e ho visto il suo volto per la prima volta ieri: ha compiuto cento anni, a Gallarate, dove vive dagli anni ‘50.
Scorrendo le segnalazioni di grandi compleanni che arrivano al giornale ho avuto un sobbalzo leggendo il suo nome. La mia mente è corsa ad un piccolo album con la copertina di color carta da zucchero, edito da Janus di Bergamo, con il disegno di due passeri appoggiati su un ramo di rose. Rosa Banzi inventò nel 1958 quel delicato e semplice strumento, che si chiama «Roselline», per insegnare ai bambini a tracciare le prime aste e i primi segni grafici. Fu subito un successo, che dura da allora, visto che l’album per le scuole elementari è tuttora in circolazione. Mia nonna me lo comperò poco prima che io cominciassi le elementari e su quelle pagine quadrettate feci i miei primi scarabocchi, i tentativi di copiare le lettere dell’alfabeto e di disegnare animali e fiori, seguendo gli esempi che erano semplici ma geniali geometrie. Ieri, venerdì 9 aprile, ho scoperto che quel meraviglioso libretto, le cui immagini sono rimaste indelebili nella mia memoria, era opera di Rosa. Sua nipote Margherita racconta che la nonna, originaria di Cislago, è stata prima crocerossina, poi maestra elementare e, dopo il matrimonio con l’imprenditore gallaratese Romolo Monti che fu titolare di una casa vinicola, si dedicò alla stesura di libri di testo e di disegno, creando le collane «Roselline» e «Semi». Che, come tutte le cose di successo, appartengono alla memoria collettiva di intere generazioni. Esistono sui social gruppi che celebrano, con fotografie di esemplari d’epoca, quegli album adottati da tante scuole in Italia. Dunque se la mia vita è stata nel segno della scrittura un grazie lo debbo anche a Rosella (così si firmava sulle prime edizioni degli album) e mi accodo dunque ai suoi figli Luca e Nicola e alle nipoti Matilde e Margherita che ieri l’hanno festeggiata. Tanti auguri, signora maestra!
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