IL PASSO INDIETRO
Gallarate: «Non voglio più il cane»
Abbandoni in calo, ma molti riportano gli animali al canile

Ritorno al canile. I padroni ad un certo punto si rendono conto di non riuscire a gestire il proprio animale e chiedono di rinunciare alla proprietà. E’ la condizione che sempre più spesso si trovano ad affrontare i volontari del canile di Gallarate, a cui si rivolgono persone che ad un tratto decidono che non ce la fanno più a gestire un amico a quattro zampe e chiedono ai volontari come liberarsi della bestiola.
MENO ABBANDONI, PIU’ RINUNCE
«Diminuiscono gli abbandoni, ma crescono le rinunce», spiega Davide Majocchi, referente dell’associazione Pensiero meticcio che gestisce la struttura comunale per le bestiole senza padrone. Il fenomeno riscontrato dal gruppo non riguarda solo coloro che hanno adottato un animale dal carattere difficile, ma tocca sempre più padroni per via delle difficoltà di conciliare la vita quotidiana con la presenza di Fido. E così, per andare incontro ai proprietari disorientati, l’associazione ha avviato un percorso che domenica prossima, 2 aprile, alle 20.30, porterà alle scuderie Martignoni l’istruttore cinofilo Luca Spennacchio e il veterinario Samantha Danieli per dare riferimenti alle famiglie in difficoltà.
Non è tutto. «Ci piacerebbe riuscire a creare una zona nel canile in cui permettere alle persone di stare con il proprio animale e rendersi conto che non è matto, che non è un cane difficile», spiega. Un sogno, per ora, «ma ci crediamo», sottolinea Majocchi.
LA STAGIONE DEI GATTI
Nell’attesa, in via degli Aceri questa è la stagione dei gatti: «Siamo passati da una decina a 25 e ora arrivano le cucciolate», ricorda il presidente di Pensiero meticcio. Che, a proposito di gattini, lancia un appello: «Non rubate i mici alle loro mamme». In città di colonie di gatti liberi ce ne sono tante. Una delle più facili da individuare è quella del parcheggio di via Rusnati, ma pure all’interno del cimitero monumentale vivono alcuni esemplari. A quelle censite si aggiungono poi le colonie meno controllate. «Interessarsi degli animali non significa portare i gattini di due giorni in gattile perché li si è visti senza la mamma, che magari era andata a procurare il cibo», precisa Majocchi. Meglio segnalare a chi ha il quadro della situazione di valutare come intervenire. «Interessarsi, con criterio», insomma.
I VOLONTARI
E a questo tema se ne aggiunge un altro, ovvero quello dei volontari a disposizione per prendersi cura degli animali che trovano casa in via degli Aceri. «Vengono fatte tante adozioni e di questo sono davvero contento», sottolinea Majocchi. Solo una decina i cani che oggi abitano nella struttura, a cui si aggiunge la dozzina di animali che per età, storia o carattere difficilmente riuscirà a trovare una famiglia pronta a fare il passo dell’adozione. «Dopo il covid – spiega però il presidente – facciamo più fatica a trovare volontari che siano disponibili per un coinvolgimento meno occasionale, più formato».
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