MENSA DEI POVERI
Gallarate, in aula parla Tonetti
L’imprenditore racconta la sua versione della vicenda Tigros: «Rimasi col cerino in mano»

Mattinata monopolizzata della testimonianza assistita dell’imprenditore gallaratese Pier Enrico Tonetti nel filone ordinario del processo “Mensa dei Poveri” a Milano.
«Paolo Orrigoni aveva smania di fare i lavori in sei mesi e, per questo, spingeva perché fosse approvata variante puntuale al Pgt che favorisse l’insediamento di un suo supermercato nell’area di mia proprietà in via Cadore a Gallarate. A mio avviso, era una forzatura perché quell’operazione sarebbe finita inevitabilmente nel mirino ed avrebbe esposto il sindaco Andrea Cassani. Mi chiese se conoscessi qualcuno che potesse intervenire per favorire quella variante in ambito tecnico-politico e pensai subito ad Alberto Bilardo, ingegnere, ma anche commissario cittadino di Forza Italia, che poi ho scoperto si rapportava in tutto e per tutto con Nino Caianiello», ha raccontato il teste nel corso della sua deposizione.
«Bilardo mi disse che il prezzo per quell’operazione era di 60 mila euro. Siccome io avevo un accordo di vendere al presidente del Cda di Tigros la mia area di via Cadore per 4,6 milioni di euro, non volevo certo passare per quello che chiedeva la stecca. Così dissi sia ad Orrigoni sia a Bilardo di vedersela fra loro. Bilardo alla fine pattuì 50mila euro come compenso, ma a quel punto io sono diventato un po’ il fesso della situazione. Nessuno dei due poteva fare il nero e così ho accettato di stipulare io l’incarico fittizio da 50mila euro con una società di ingegneria milanese indicata da Bilardo per stilare il contributo partecipativo funzionale ad avere variante puntuale al Pgt cara ad Orrigoni e sono rimasto con il cerino in mano. Ho fatto quel contratto consapevole che Orrigoni, a compravendita conclusa, mi avrebbe rimborsato. Per me era da considerarsi alla stregua di una partita di giro».
Esaurito l’interrogatorio di Tonetti, è salito sul banco dei testimoni l’ex assessore all’Urbanistica di Gallarate Alessandro Petrone.
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