L’INDAGINE
L’escort parla. Salta il traffico di coca
Ieri il blitz: coinvolti madre, figlia e genero

Faceva la escort nel leggendario night club Argentina. Ma finì sulla strada quando il locale abbassò le serrande.
La prostituta al servizio di un rumeno che la obbligava anche a spacciare lei non voleva farla e così decise di riscattarsi svelando i segreti di cui era a conoscenza. Risultato?
Le rivelazioni della squillo ieri mattina, martedì 20 aprile, hanno portato all’esecuzione di sei ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Tiziana Landoni, su richiesta del pubblico ministero Martina Melita per stupefacenti e altri reati.
In carcere è finito un rumeno trentaquattrenne. Arresti domiciliari per Emilia Donnello - finita in cella già a maggio dell’anno scorso - , obbligo di firma per la figlia e per il fidanzato dominicano, stesso provvedimento per un altro rumeno trentacinquenne.
Donnello - assistita dall’avvocato Francesca Cramis - verrà interrogata entro dieci giorni.
Era la fine del 2018 quando l’entraîneuse dell’Argentina si rivolse ai carabinieri raccontando di un’organizzazione italorumena ben insediata tra Gallarate e Cardano al Campo con una vasta rete di clienti tossicodipendenti che venivano riforniti pure a domicilio.
C’erano comunque i punti vendita pubblici, per così dire, ossia bar, sale slot, parchetti.
Gli spacciatori non avevano scrupolo quando si trattava di recuperare i crediti da acquirenti che facevano i furbi: alle minacce («trenta giorni di ospedale non te li toglie nessuno, se non dai 3500 euro userò un taglierino») seguivano spesso le percosse, al punto che uno dei tossici insolventi finì in ospedale con le costole rotte e il naso frantumato.
Nel corso delle operazioni investigative i carabinieri hanno scoperto anche un business collaterale di sfruttamento della prostituzione: ne risponderanno una cubana e un domenicano che avevano preso in affitto due appartamenti in cui operavano le professioniste del sesso, ricompensate con 300 euro settimanali.
A metà maggio dell’anno scorso Emilana Donnello venne fermata a un posto di blocco a Cassano Magnago. In macchina aveva tre dosi di cocaina, sicché i militari decisero di estendere la perquisizione anche all’abitazione della donna. Nell’appartamento c’erano ben 2,4 chili di marijuana e cento grammi di cocaina. Inevitabile l’arresto (d’intesa con il pm Francesca Parola) e il trasferimento nel carcere di Como, ma subito dopo l’interrogatorio di convalida davanti al gip Luisa Bovitutti, l’avvocato Cramis le fece ottenere i domiciliari.
Prima di quell’episodio la quarantanovenne era finita nei guai per furto, maltrattamenti in famiglia, circonvenzione di incapace. Un percorso di vita accidentato ma di certo condizionato da tante sofferenze, da lutti familiari difficili da superare e da una disperazione che non porta mai a niente di buono.
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