TRAVOLTO
«Il suo solito giro in bici». Poi la tragedia
Nicolò Carboni, 78 anni, ha perso la vita ieri a Gallarate, investito da un furgone. Si attende l’autopsia per fissare i funerali

Stava tornando a casa, al quarto piano del palazzo di via Curtatone dove viveva da oltre 45 anni con la moglie Luisa. Ma ieri mattina, martedì 28 maggio, Nicolò Carboni, 78 anni, muratore in pensione, è stato investito da un furgoncino mentre pedalava in via Varese, a Gallarate. Per il pensionato di origine sarda - era nato nel nuorese - non c’è stato scampo. Vani i soccorsi e il tentativo di rianimazione, la corsa contro il tempo all’ospedale di Circolo di Varese dove è morto dopo l’arrivo, in tarda mattinata.
FAMIGLIA SOTTO CHOC
Lascia la moglie, i quattro figli e i nipoti. La famiglia è stata avvisata dagli agenti della polizia locale. «Siamo sotto choc», spiegano i famigliari affranti. «Ancora non ci rendiamo conto: è stato un colpo. Dobbiamo capire cosa sia accaduto. Sappiamo solo che stava tornando a casa dopo aver fatto il suo consueto giro in bici», racconta una delle due nuore dall’appartamento al quarto piano dove l’uomo viveva. Era in pensione da anni, faceva il nonno bis, figli e nipoti ormai erano grandi.
IL BAR E IL GIRO IN BICI
Era una persona conosciuta nel quartiere, un uomo gentile e generoso. «Si alzava presto al mattino, non aveva mai perso l’abitudine. E gli piaceva muoversi, andare a fare quattro chiacchiere al bar e poi tornare a casa», come stava facendo ieri mattina dopo essere uscito di buon’ora. Nicolò Carboni usciva solo in bicicletta, non aveva la patente ed era abituato a girare sulla due ruote. Sconvolta anche una vicina di casa, la signora Anna che insieme alle altre donne si è stretta attorno alla vedova ricordando Nicolò: «Siamo rimasti davvero senza parole: uscire di casa e non fare ritorno, è tremendo», dice affranta la donna condividendo il dolore per la tragedia. Troppo presto per pronunciarsi, anche per la famiglia, che dovrà attendere i fascicoli e che ieri nel tardo pomeriggio ha affidato a un avvocato l’incarico di seguire ogni dettaglio della morte.
SI ATTENDE L’AUTOPSIA
«Non possiamo neppure vedere la salma, dobbiamo attendere l’autopsia per poter celebrare il funerale, speriamo il prima possibile», dicono i famigliari pensando alla moglie anziana incredula. La dinamica è in fase di ricostruzione dopo i rilievi della polizia locale agli ordini del comandante Aurelio Giannini. Erano passate da poco le 8.30 quando l’anziano in sella alla sua bicicletta è stato travolto da un furgone, che si è fermato pochi metri più avanti. Al volante del mezzo un 22enne che ha chiamato immediatamente i soccorsi. Sotto choc per l’accaduto, si è fermato attendendo l’arrivo di sanitari e forze dell’ordine. Secondo alcune testimonianze raccolte anche dalla polizia locale, sia il furgone che la bicicletta procedevano in salita nella stessa direzione. L’impatto è avvenuto al termine del cavalcavia sulla Sp 341, dove la strada si restringe. Sarebbe da escludere che l’anziano abbia avuto un malore mentre era in sella.
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