IL LUTTO
Gallarate, lacrime e commozione per Luciana
Tragedia di corso Italia: commercianti increduli

Negozi aperti e gente a passeggio. Ma ieri, sabato 25 giugno, niente era come prima in centro e in corso Italia. Davanti al negozio della famiglia Zaro, chiuso dopo la morte improvvisa della figlia del fondatore, Luciana avvenuta venerdì pomeriggio nella sua abitazione di Arnate, i fiori hanno cominciato ad essere posati fin dal mattino. «Sembra di sentirla arrivare, con i tacchetti, o di vederla con i costumi carnevaleschi o vestita da Mina», ricordavano da una delle vetrine storiche del corso, come storica era l’attività avviata da Isidoro Zaro. «Luciana l’abbiamo vista crescere, era unica. Colta, raffinata e generosa», il ricordo dal negozio di pelletteria. «Una donna che non abbiamo mai visto arrabbiata, che aveva una parola per tutti. Quando è stato il momento mi ha detto: vado avanti da sola, Luciana era la voglia di vivere», le parole di Cristina Mariani dalla pasticceria.
La donna morta nella propria casa aveva lasciato il segno in chiunque l’avesse conosciuta, anche per poco tempo: «Questo oggetto a forma di caramella me l’avevano portato dalla gioielleria quando ho aperto qui il mio negozio», ricordava ieri una commerciante che in corso Italia ha aperto da solo un annetto. Come segno di benvenuto. E per dare sfogo alla commozione di una città intera, in attesa che vengano fissati i funerali, per questa sera alle 21 è stata organizzata la recita del rosario nella chiesa di San Pietro. «Speriamo che la chiesa di San Pietro basti», mormorava ieri Elena Balconi, presidente del centro culturale Delle Arti con cui Zaro collaborava da sempre, che conosceva Treccia da una vita, dai tempi del liceo. «Siamo talmente attoniti che c’è bisogno di ritrovarci e guardare in faccia questo dolore, che altrimenti è davvero difficile da affrontare», spiega Balconi, che insieme a Cristina Boracchi ha da subito cercato una strada per dare sfogo ai sentimenti della città.
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