LO SCONTRO
L’imprenditrice batte Enel
Una mattina davanti alla sede: alla fine il contatore arriva, l’azienda riparte

Ricevuto a sorpresa il contatore nel pomeriggio di ieri, Morena Giuseppina Piana, titolare della Simpef srl di Cavaria, attende ora una mail di scuse da incorniciare e appendere alla parete del suo ufficio.
In mattinata la donna aveva mantenuto la sua promessa: puntuale si era presentata allo spazio Enel di via Vespucci a Gallarate e non lo aveva lasciato fino a quando non le era stata indicata una soluzione al suo problema.
La paralisi
A fare compagnia all’imprenditrice cavariese c’erano anche due agenti della polizia di Stato gallaratese. Il Commissariato di via Ragazzi del ‘99 era stato preallarmato sabato dalla stessa Piana che non voleva creare disagi, ma risolvere un problema che sta arrecando gravi danni danni alla sua attività lavorativa. La Simpef è infatti un’impresa di assemblaggio da poco trasferitasi a Cavaria con Premezzo, un cambio di sede che doveva rappresentare un investimento proficuo per la titolare che dopo anni aveva lasciato il capannone in affitto di Cassano Magnago in cambio di uno di proprietà. Da qui invece sono iniziati i problemi relativi a un attacco dell’elettricità che non è mai arrivato. Dal primo gennaio 2022 la Simpef ha lasciato la sede precedente, ma non ha più potuto produrre e rispettare le aspettative dell’unico cliente che serve.
La protesta
Ieri quella che andava in scena a Gallarate era la protesta di chi, in preda all’esasperazione, chiede aiuto perfino ai poliziotti per far sì che la parola data venga rispettata. Piana, infatti, dopo un numero infinito di chiamate al call center di Enel e un intervento del proprio legale, non si vedeva proposto nulla che non fosse un nuovo sollecito. Troppo poco per chi si era sentita dare la data del 14 gennaio come termine per una comune pratica di allaccio d’utenza.
La pratica
Le risposte che attendeva Piana sono arrivate a uno dei due agenti presenti allo Spazio Enel di Gallarate. Messo in contatto con un responsabile ha ricevuto l’indicazione che l’imprenditrice cercava da giorni: la pratica del contatore è gestita dalla sede bustocca di E-Distribuzione. Il quarto d’ora necessario per arrivare in Corso Sempione a Busto Arsizio ed ecco che nessuno ha risposto al citofono all’imprenditrice, ma soltanto perché l’hanno chiamata direttamente al cellulare. Sempre con un’invidiabile miscela di educazione (cosa mai scontata) ed esasperazione ecco la ricostruzione ottenuta: il termine del 14 gennaio non è stato rispettato perché non sono ancora terminati i lavori preliminari in carico a una ditta terza alla quale si appoggia E-Distribuzione. Ma, quindi, a cosa sono serviti tutti i solleciti inviati e le due settimane passate senza nessuna informazione dalla data indicata dall’azienda? Materiale da approfondire mediante una causa che la titolare della Simpef srl da già per scontata.
Danni e responsabilità
Ieri alla donna è stato garantito che il contatore sarebbe divenuto operativo entro giovedì mattina. Il suo primo pensiero è allora andato al tempo perso: «Mi sarei dovuta muovere dieci giorni fa mobilitando stampa e forze dell’ordine». Con un approccio diffidente anche rispetto al nuovo termine Piana ha lasciato Busto poco dopo mezzogiorno. Ma anche questo termine è stato disatteso. In senso positivo. Una chiamata nel pomeriggio le ha anticipato l’inattesa svolta: la stessa E-Distribuzione si è mossa senza attendere oltre, ha completato i lavori e ha installato il contatore. Restano ora i danni su una produzione ferma in maniera ingiustificata da due settimane, le risposte da dare a tre dipendenti rimasti a casa in attesa di sviluppi e soprattutto un rapporto da ricementificare con il cliente che da anni si avvale della Simpef. Sono in arrivo altre notti insonni per Piana che, però, grazie alla sua testardaggine, ora può ripartire.
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