LA SENTENZA
Nudo nel furgone: assolto
Era accusato di atti osceni ma per la Corte d’appello il trasportatore era solo stanco e accaldato
Il nudismo statico non è reato. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Milano che ha ribaltato la sentenza di primo grado emessa contro un uomo sorpreso nudo nel suo furgone in quel di Crenna, a Gallarate.
Il gup di Busto Arsizio aveva infatti condannato un cinquantacinquenne a due mesi convertiti in pena pecuniaria di 4.500 euro per atti osceni in luogo pubblico. Un’interpretazione che non piacque all’avvocato Fausto Moscatelli che infatti contro la sentenza aveva presentato ricorso e la giurisprudenza gli ha dato ragione: il capo di imputazione è stato derubricato in atti contrari alla pubblica decenza. Farsi sorprendere senza neppure una foglia di fico a coprire gli organi sensibili non è penalmente rilevante, neppure se ci fosse il rischio di esporsi a dei minori.
Le motivazioni serviranno a fare maggiore chiarezza, ma il percorso logico del Tribunale milanese sembra seguire questa strada.
Il cinquantacinquenne, quel pomeriggio del 14 settembre 2015, venne risvegliato dai vigili urbani nel mezzo di una pennichella all’interno del suo furgone, vicino al parchetto di Crenna. Non aveva neppure un indumento, la portiera del veicolo Iveco era aperta, il lato guidatore era parallelo a una siepe, quindi il rischio che qualcuno, soprattutto un bambino, lo vedesse pensava fosse azzerato.
Del resto l’uomo - di professione corriere - aveva caldo. Anzi, grondava sudore e stanchezza dopo ore trascorse a consegnare merce con un clima insolitamente afoso per essere quasi autunno.
Spossato, si spogliò di tutto, mutande comprese, e provò a rilassarsi. Erano le 15.30 quando una donna si accorse di lui e subito allertò la polizia locale, preoccupata per le creature che frequentavano la zona.
La pattuglia accorse per verificare e in effetti i vigili dovettero constatare il fatto. Scattò la denuncia per atti osceni.
Ma atti osceni non lo erano, perché l’imputato non era intento in pratiche libidinose, o erotizzate e nemmeno esibizionistiche. Dormiva nudo nell’abitacolo di un Iveco, senza dar fastidio a nessuno. Dunque l’assoluzione in Appello è stato lo sbocco naturale di una situazione nata con i contorni di un’equivocità poi dissipata. E del tutto diversa da ben altri casi, più recenti.
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