LA CERIMONIA
Gallarate, posata la terza pietra d’inciampo
Oggi è stata incastonata davanti alla casa di Lotte Froehlich Mazzucchelli, uccisa nell’eccidio di Meina nel 1943

Terza pietra di inciampo posata oggi, sabato primo ottobre, a Gallarate. E’ stata incastonata davanti alla casa di Lotte Froehlich Mazzucchelli, moglie di Mario Mazzucchelli noto in città per i suoi studi storici. La donna venne uccisa nell’eccidio di Meina nel 1943, pochi giorni prima di compiere 39 anni, e ora il blocco di ottone sui cui è inciso il suo nome brilla in piazza Garibaldi, a pochi passi da quella che fu la Casa del fascio. «Lo zio Mario ha cercato in tutti i modi di parlare con i tedeschi per spiegare che la zia era cittadina italiana», ha ricordato uno dei nipoti della donna, Gian Andrea Mazzucchelli, presente alla cerimonia insieme alla sorella Maura e ai familiari. «Quando al processo arrivò la prescrizione per i responsabili fu come rivivere tutto – ha ricordato –. Sotto sotto un po’ di antisemitismo lo sento ancora: momenti come questo sono importantissimi perché riportano il tema in primo piano, c’è ancora molta strada da fare. Lo zio è stato mio maestro, mi ha insegnato il valore della democrazia».
UMANA SOLIDARIETA’
La posa della pietra è avvenuta il giorno del compleanno della signora Lotte, che era nata il primo ottobre del 1904 ad Oppeln. «In questo caso, così come per l’altra vittima ebrea gallaratese, Clara Pirani Cardosi, non fu nemmeno rispettato il miserabile patto che era stato stipulato fra il Governo fascista italiano e quello nazista tedesco», ha ricordato Angelo Protasoni, tra i promotori di «questo primo cammino della memoria che affidiamo ai nostri concittadini più giovani» voluto dall’Associazione mazziniana e dall’Anpi. «Ci chiediamo oggi – ha aggiunto – come sia stata possibile la crescita di un sentimento antisemita così forte. Eppure anche da noi, anche qui a Gallarate, si vedeva chiaramente il progressivo deteriorarsi di un sentimento di umana solidarietà, se non di fratellanza».
FAMIGLIA STORICA
A sollevate la bandiera tricolore al momento della cerimonia, alcuni bambini. Mentre due allieve del conservatorio cittadino hanno suonato brani di Ferdinand Rebay, anch’egli colpito dalle leggi raziali a Vienna. Presenti alla posa della pietra di inciampo – che segue quelle in memoria di Vittorio Arconti e Clara Pirani – i rappresentanti delle istituzioni e della società civile di Gallarate, compreso il referente nazionale dell’Associazione mazziniana Antonio Scaglia. «Ringraziamo l’amministrazione comunale che ha voluto stigmatizzare la propria presenza con il gonfalone», ha ricordato il presidente Anpi, Michele Mascella, accogliendo in piazza l’assessore Corrado Canziani. La memoria di quanto accaduto a Meina sarà presto celebrata anche da una pubblicazione dell’associazione Collana Galerate, che ha ricostruito la vicenda che non ha risparmiato una storica famiglia gallaratese quale quella di cui Lotte Froelich faceva parte. Un altro approfondimento sarà dedicato all’economia bellica e post bellica.
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