LA CRISI
Stipendi a zero. Arriva la Caritas
Centinaia di richieste: già erogati 250mila euro

In quattro con uno stipendio da cassintegrato da 280 euro. Poi ci sono i genitori con un figlio minorenne che cercano di sbarcare il lunario con 323 euro, in cassa uno e lavoratore l’altro, o la coppia con tre bambini che con una cig e un part-time arriva a mille.
Sono le storie della crisi - dei single quanto delle famiglie - che emergono dall’attività di sostegno portata avanti negli ultimi quattordici mesi dalle parrocchie del decanato di Gallarate.
Da marzo dello scorso anno a oggi sono quasi 140 le richieste di aiuto raccolte dalle Caritas, arrivate da quanti hanno visto abbattersi sul proprio reddito cassaintegrazione, licenziamenti o calo del lavoro. Per 107 di quelle domande sono già stati erogati dalla Diocesi, attraverso le comunità parrocchiali del Gallaratese, poco meno di 250mila euro, in modo da raggiungere una platea di 365 persone. Prese in carico dal decanato anche 130 persone che hanno perso il lavoro, 25 delle quali sono già state inserite in un percorso di tirocinio in negozi e imprese del territorio, con tutte le spese - dal compenso all’assicurazione - sostenute dalla Chiesa milanese anziché dalle aziende.
In coda per l’opportunità di rimettersi in gioco si sono messi più uomini che donne, metà italiani e metà stranieri. Sette su dieci hanno meno di quarant’anni e ci sono anche alcuni laureati.
«Adesso il fondo Diamo lavoro va fatto conoscere alle imprese perché per loro è un’opportunità», sottolinea il responsabile decanale per l’attivazione dei tirocini, Marco Rigo.
«La carità - aggiunge il prevosto, monsignor Riccardo Festa - un imprenditore la fa lavorando bene».
I dati raccolti dalle parrocchie offrono uno spaccato della crisi e pure della solidarietà. Impossibile tracciare la geografia precisa delle difficoltà perché non è detto che l’emergenza sia più forte là dove arrivano più richieste o dove vengono attivati più percorsi di inserimento lavorativo. Eppure, spiega Adriana Savio, la persona che revisiona tutte le domande di integrazione del reddito che dal Gallaratese vengono inviate a Milano per accedere al fondo San Giuseppe, ristorazione, servizi e turismo si presentano come i settori più colpiti.
Il limite imposto per avere diritto alle mensilità di aiuto erogato dalla Diocesi è un reddito mensile netto, pro capite, sotto i 400 euro. E le domande sono già state 137 da marzo del 2020 a oggi. La Commissione diocesana deve ancora visionarne 19 di tutte quelle raccolte dalle Caritas del territorio. Nella maggioranza dei casi (50) è stata la cassaintegrazione a lasciare il segno. Penalizzati in maniera importante (28) anche coloro che avevano un contratto a termine; 12 i licenziamenti e 7 le situazioni di difficoltà tra gli autonomi.
Il peso lo sentono le famiglie numerose, ma anche i single. Un nucleo di sette persone che contava su un contratto a termine ora deve cavarsela con un’indennità Naspi di 878 euro. Ma ci sono anche undici persone sole tra quanti di colpo si sono trovati senza reddito. Uno su dieci. Ancora di più - sono 13 - i genitori singoli che oltre a se stessi devono provvedere a un figlio minorenne.
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