CONFRONTO IN AULA
Gallarate, scontro sul futuro dell’ospedale
In Consiglio comunale restano le divisioni. Passa il documento della maggioranza

E discussione fu. Il tema del futuro del sant’Antonio Abate, dopo la realizzazione del nuovo ospedale di Busto Arsizio e Gallarate è arrivato ieri sera, mercoledì 31 luglio, in Consiglio comunale (convocato su richiesta delle forze di minoranza).
Da una parte c’è la mozione presentata dal capogruppo della lista civica Obiettivo Comune Gallarate, Massimo Gnocchi (con il voto contrario dell’intera maggioranza) e dall’altra la mozione con la proposta di riqualificazione del sedime ospedaliero gallaratese messa nero su bianco dalle forze di centrodestra (la votazione, ad onor del vero non c’è ancora stata ma l’esito è prevedibile). Già dai primi, tutto sembra andare come da copione previsto e prevedibile: la bocciatura per la prima ed il superamento della votazione per la seconda.
LA DISCUSSIONE
Nel mezzo ci sono le proposte di emendamento di Più Gallarate ed una presentata da Pd, CeV e lista Silvestrini. Quest’ultima, se approvata da parte della maggioranza, avrebbe spinto le tre forze verso il voto favorevole. Una unanimità che, prima della seduta di ieri sera, è stata al centro dei tentativi portati avanti da alcune forze di centrodestra per smussare gli angoli interni alla coalizione che sostiene il sindaco Andrea Cassani. Ma si sa, non tutte le storie hanno un lieto fine e, stando alla prima parte della discussione, l’unanimità sembra sempre di più una chimera. Il primo cittadino ha definito «una forzatura» la convocazione di questo Consiglio comunale ed una «mozione vuota» quella di Gnocchi.
Dall’opposizione Cesare Coppe (CeV) sottolinea «ancora una volta» la mancanza di confronto ed evidenzia come «non è vero che la mozione di Gnocchi sia il vuoto cosmico ma che nelle intenzione ed impegni sia sovrapponibile a quella della maggioranza, che ritengo più dettagliata e riconosco lo sforzo». Per Giovanni Pignataro (Pd) è venuta a mancare il confronto «necessario» per garantire servizi. «Discutere se sostituire un “o” con “e” fa la differenza - incalza il dem - voi ridete ma non ridono i gallaratesi perché quella superficie in più può garantire più servizi».
«E NON VUOL DIRE O»
Con l’avanzare della discussione però i toni si accendono, a microfoni accesi ma anche spenti. «E non vuol dire o» ricordano da più parti le minoranze che mettono così al centro la questione dei metri quadri disponibili per poter realizzare i servizi socio sanitari ipotizzati.
«Sembra che siamo qui a fare pulci ad un testo ma - interviene Sonia Serati (+Gallarate) - le due congiunzioni fanno la differenza e qui si sta parlando di salute». «I vostri emendamenti non aggiungono pressoché nulla - prosegue Cassani - per fortuna che c’è chi va avanti ad amministrare la città con serietà, ovvero la maggioranza». «Di che dialogo stiamo parlano?» domanda Coppe «non si fa una capigruppo, non si presenta il documento ad una commissione, si presenta un documento vincolante per regione e prima della condivisione con le forze politiche si va in regione».
Nella discussione interviene anche Calogero Ceraldi (Forza Italia): «Il documento del centrodestra fornisce ad una esigenza fondamentale ed il lavoro che è stato fatto non è scontato ed offre una evidente prospettiva ai servizi sanitari del territorio». «La nostra proposta non ragione in termini di mq ma di servizi» puntualizza Michele Aspesi (lista Cassani) «la mozione è ben fatta e realizzabile dal punto di vista tecnico». Pensiero condiviso anche da Stefano Deligios (Lega) che definisce «perfetta» la mozione perché «la minoranza non è riuscita ad entrare nella discussione». «Avrei voluto percorso ed una conclusione diversa per arrivare ad un testo da votare all’unanimità» ammette Luigi Galluppi (Centro popolare) «ma il testo che noi abbiamo preparato è completo e concreto, spiace che non si sia nemmeno voluto leggere quanto proposto».
Una stoccata arriva da Luca Sorrentino (Fratelli d’Italia) perché «avete convocato il Consiglio perché pensavate che la maggioranza fosse impreparata ed invece il testo c’era per questo lezioni di dialogo da voi non le accettiamo perché i primi a politicizzare la discussione siete stati voi».
L’ESITO FINALE
E come in una gara di tiro alla fune, ognuno cerca di tirare la coccarda dalla sua parte ma il centrodestra, con i numeri dalla sua, ha la vittoria in tasca. Una vittoria che si concretizza in un documento pensato, come ribadito più volte, per rendere (o meglio mantenere) la struttura di via Pastori «funzionale e funzionante» e non trasformarla in una cattedrale nel deserto. Così dopo l’incontro del 22 luglio scorso, il testo ha subito delle modifiche tra cui prevedere all’interno della “Cittadella della salute” servizi socio sanitari « proporzionati alle attuali utenze» ma anche il centro prelievi «proporzionato» all’attuale bacino d’utenza, la possibilità di mantenere un servizio ambulatoriale di chirurgia e la presenza dell’automedica.
Alla fine, come previsto, la maggioranza ha votato compatta e le minoranze, altrettanto compatte, hanno votato contro.
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