LA VISITA
Gallarate, Sgarbi al Maga: «I musei vanno avvicinati al pubblico»
Il sottosegretario alla Cultura oggi a Gallarate: «Warhol distruttore dell’idea di arte in nome della sua riproduzione»
I musei devono essere dei prolungamenti della propria casa». Questa è la strada che, secondo il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, le realtà museali devono intraprendere per aprirsi sempre di più al territorio ma anche al pubblico. Lo ha dichiarato l’onorevole oggi, venerdì 3 febbraio, nel corso della sua visita alla mostra “Andy Warhol. Serial Identity” allestita al Maga di Gallarate.
PORTE APERTE
Per il critico carte i luoghi della cultura «che spesso sono chiusi, protetti e spesso vuoti» devono cambiare, adeguarsi ai tempi ed aprire le proprie porte al pubblico. Ed in questo senso, l’Hic è «sulla strada giusta» con i cambiamenti che ha apportato negli ultimi anni come, ad esempio, con la biblioteca ed u nuovi spazi dedicati allo studio ed alla lettura. Per Sgarbi però, si può e si deve fare di più. «I musei devono stare aperti come restano aperti cinema e ristoranti - sottolinea Sgarbi - nessuno va al cinema alle 10 di mattina». C’è poi la questione dei biglietti d’ingresso. «Bisogna immaginare poi che i musei abbiano una fondamentale gratuità per i cittadini - continua il viceministro - i musei devono diventare il prolungamento delle nostre case dove uno può andare a vedere anche solo un quadro o a leggere».
LA MOSTRA
«È bello vedere così tanta gente alla mostra» commenta il critico mentre cammina tra gli spazi del museo gallaratese ammirando le oltre duecento opere di Warhol presenti. E Sgarbi, parlando dell’artista simbolo della pop art, svela un aneddoto di quando si sono incontrati a Ferrara alla mostra “Ladies and Gentlemen.” «Lui già ai tempi aveva capito e faceva quello che oggi noi facciamo: la vita deve essere ripresa e riprodotta - racconta - per questo girava con un registrare e di ogni incontro gli restava un audio riuscendo così a creare un grande archivio della sua vita». E visitando il percorso espositivo, il viceministro ha evidenziato «la cura nei dettagli» e «l’accurata» scelta delle opere che da un lato raccontano il mito di Warhol e dall’altro esaltano il museo. «Chi viene a vedere la mostra vede il mito di Warhol più che lui e questo indica che l’arte può essere universale - conclude Sgarbi - il museo ha fatto una buona scelta ad aprire le sue porte al pubblico che viene per vedere quello che ha fatto l’artista come se lui fosse vivo».
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