L’INTERROGATORIO
«Bordonaro usata da Caianiello»
L’ex numero uno di Accam avrebbe obbedito per amore. Il legale di Miano: «Scarceratelo, sta male»

«La mia unica colpa? Interessarmi, in modo del tutto distaccato e superficiale, di cose che proprio non avrebbero dovuto riguardarmi»: questo in sintesi il senso dell’interrogatorio di Piermichele Miano, frazionato in due giornate.
Difeso dall’avvocato Cesare Cicorella, il libero professionista «ha fornito al pubblico ministero tutte le spiegazioni tese a dimostrare che lui non venne incaricato da Leonida Paggiaro a seguire la pratica contestata dagli inquirenti».
Il legale ha chiesto la scarcerazione, ritenendo esaustivi i chiarimenti offerti al pm Luigi Furno, la decisione del gip Raffaella Mascarino arriverà a breve.
«È esausto, molto provato dalla detenzione, che ritengo ingiustificata ed eccessiva», sottolinea Cicorella.
Perché Miano ha problemi di salute, «deve seguire una dieta alimentare particolare che in carcere non possono garantirgli. È dimagrito, deperito», segnala allarmato l’avvocato, «non ha più la forza di resistere a questa condizione».
Ieri davanti al pm Furno è comparsa anche Laura Bordonaro, presidente del consiglio di amministrazione di Accam, con cui Nino Caianiello aveva una relazione sentimentale, in virtù della quale - secondo gli inquirenti - riusciva a piegarla ai suoi disegni economico-politici.
Nelle carte si legge chiaramente: «Tale aspetto», ossia il rapporto tra i due, documentato da intercettazioni di contenuto molto intimo, «è rimarcato non certo per evidenziare aspetti pruriginosi. Al contrario esso rinsalda il rapporto affaristico e illecito esistente tra i due».
Assistita dall’avvocato Carlo Alberto Cova la donna, che dal 7 maggio è agli arresti domiciliari, ha parlato a lungo ma il suo legale preferisce non commentare in alcun modo.
Significative della sua posizione succube alcune intercettazioni. In una di quelle agli atti, Bordonaro sembra avvedersi improvvisamente della manipolazione a cui è stata sottoposta.
Manifesta infatti a Caianiello la volontà di lasciare l’incarico di presidente Accam per assumere ruoli più strettamente politici.
«Ma tu sei pazza, quando mai e in Accam chi ci metto?» commenta Caianiello. Con tono sommesso lei replica: «E quindi mi stai usando».
Non è da escludere che proprio su questa presa di coscienza si giochi la sua linea difensiva: plagiata magari sì, parte consapevole di un sistema corruttivo no.
© Riproduzione Riservata