L’ATTACCO
Gallarate, un'estate tra via Curtatone, murales e dito medio
Bilancio delle opposizioni sull'attività dell'Amministrazione

L’estate del dito medio. Non usano mezzi termini le opposizioni che compatte oggi, venerdì 20 settembre, in una conferenza stampa fiume hanno fatto un bilancio di quella che è stata una vera e propria calda estate politica. Il riferimento è a quel dito medio mostrato dal sindaco Andrea Cassani ad alcuni cittadini che per le minoranze «è la plastica rappresentazione dell’amministrazione comunale di Gallarate, purtroppo». Un bilancio che, «ovviamente», non è positivo e che mette in evidenza la «totale» mancanza di progettualità, «l’assenza costante» di alcuni assessori (ovvero quello alla Sicurezza, Germano Dall’Igna e quello ai Servizi sociali, Chiara Allai). «In molti casi è dovuto intervenire il prefetto di Varese a fare da intermediario, come per il Protocollo per la gestione senzatetto a Malpensa, via Torino e via Curtatone - ricorda Cesare Coppe (Città è Vita) - gesti che non fanno onore ad una amministrazione».
I murales
La decisone di coprire i murales realizzate lungo i muri di cinta di via De Albertis ha tenuto banco per settimane, mesi ma alla fine la vernice grigia ha coperto le opere realizzate dai ragazzi (lasciando però i graffiti). Una situazione che per Sonia Serati (PiùGallarate) è «surreale» perché «un lato, vediamo ragazzi impegnati, che scelgono di esprimere la propria creatività e il proprio impegno sociale attraverso l’arte; dall’altro, ci sono i loro coetanei che, abbandonati a loro stessi, passano il tempo tra alcool e violenza nelle piazze del centro cittadino». Ecco allora che cancellare i murales «un lato, vediamo ragazzi impegnati, che scelgono di esprimere la propria creatività e il proprio impegno sociale attraverso l’arte; dall’altro, ci sono i loro coetanei che, abbandonati a loro stessi, passano il tempo tra alcool e violenza nelle piazze del centro cittadino».
Via Curtatone e lo sgombero
Il taglio del bosco di via Curtatone per l’avvio dei cantieri legati al progetto Grow29 è una vicenda tuttora aperta, «figlia della mancanza di percorsi partecipativi per la cittadinanza e del rifiuto categorico ad ogni proposta migliorativa da parte delle minoranze». L’allontanamento degli inquilini di via Torino 8 è stato al centro del dibattito cittadino e per il consigliere del Pd Gianpaolo Bonetti, è stata la dimostrazione di come «l’assessore ai disservizi sociali» sia intervenuta solo «a giochi fatti». «Il Comune - ribadisce Bonetti - si è completamente disinteressato di queste famiglie e della loro sorte perché tanto non era di loro competenza».
Sicurezza assente
Come evidenzia il capogruppo del Pd, Giovanni Pignataro, la città è sempre più allo sbando sulla sicurezza. E così quella che si concluderà a breve, almeno dal punto di vista astronomico, è stata «l’estate delle risse, degli atti violenti, degli incidenti stradali». Su questo fronte, «croce e delizia della comunicazione di questa Giunta, non c’è alcuna strategia se non quella di negare il problema o demandare le responsabilità».
L’estate del dito medio
Questa è stata l’estate dell’implicita abolizione delle consulte rionali da parte della maggioranza, «un atto di negazione alla partecipazione ed all’ascolto del territorio». Un gesto che per il dem Carmelo Lauricella è stato «il decesso dopo una lunga malattia» di un progetto «dalle grandi potenzialità sulla carta ma mai sfruttato. Mesi caldi anche sul fronte delle mancate asfaltature, «segno che si prediligono le grandi opere alla manutenzione ordinaria e cura delle opere già esistenti». Ci sono stati anche gli insulti e le denigrazioni «per la quale una consigliera ha presentato le proprie dimissioni», «le mozioni di minoranza rigettate, senza alcuna discussione o dichiarazione, da parte della maggioranza», «ei dati interpretati a proprio vantaggio, l’estate degli scaricabarile e delle deresponsabilizzazioni», «del “con me o contro di me”, l’estate dell’uomo solo al comando» e dei tavoli sul futuro della sanità locale «deciso da pochi nei palazzi del potere».
Mancanza di progettualità e di ascolto
«È giunto momento che non solo il sindaco ma anche assessori si prendano le proprie responsabilità - incalza Pignataro - i delegati ai servizi sociali e alla sicurezza dovrebbero mettere la testa su alcune tematiche e su molti argomenti non si espongono per lasciar spazi al primo cittadino. Peccato che non si tratta di responsabilità ma di risolvere problemi della città». Per il capogruppo di Obiettivo comune Gallarate, Massimo Gnocchi, il confronto con l’amministrazione è stato «ruvido« ed è mancata la comunicazione ed il coinvolgimento visto che «dopo tre anni molti scoprono l’avvio di un progetto importante come il polo scolastico di Cascinetta e Cajello solo grazie ad un presidio». «Per non parlare dell’ospedale - aggiunge - qui il coinvolgimento è pari a zero». E se, come evidenziano le opposizioni, la maggioranza boccia qualsiasi proposta («spesso senza motivazioni») e manca la comunicazione, allora si sceglieranno altre strade per avere risposte. Quali? Per il pd il tornare in mezzo alla gene (ad esempio i gazebo a Cascinetta e cajello il 28 e 29 settembre) e per Gnocchi i question time in consiglio comunale («per avere nero su bianco risposte e informazioni»).
© Riproduzione Riservata