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Due ville-gioiello senza acquirenti
Il Comune cerca di vendere ma il prezzo e la costosa manutenzione spaventano eventuali interessati. E incombono senzatetto e degrado

Una è un gioiellino Liberty e ha un prezzo che ai più fa paura soltanto a leggerlo: 855mila euro, il valore di partenza stabilito all’ultima asta.
L’altra è un esempio di storica architettura di pregio e anch’essa ha un cartellino pesante: 630mila euro.
La prima è Villa Bossi, all’angolo tra le vie Volta e Cavallotti, dove svetta nel suo inconfondibile color ocra tra gli alberi del giardino che la circonda - quando frasche e vegetazione sono in ordine come in questo periodo e non formano una giungla come capitava qualche anno fa per mancanza di manutenzione - nell’attesa del compratore che le doni nuova vita.
La seconda non ha un nome e si affaccia, imponente, al civico 7 di via Arnaldo da Brescia con le sue finestre, il cortile e quel che resta del giardino dopo potature e ripulitura di qualche tempo fa.
Entrambe sono proprietà del Comune che cerca invano di venderle da anni, sono messe malissimo nelle facciate, nei balconi e negli infissi, sono facilmente penetrabili da chiunque. Tanto che in quella di minor costo si sono introdotti personaggi vari notati in più di una circostanza dai residenti della zona.
La porta aperta e chiusa
Partiamo dalla villa di via Arnaldo da Brescia. Il lotto 1 dell’ultimo Piano delle alienazioni. Per mesi fino a ieri pomeriggio la porta di ingresso è rimasta sorprendentemente aperta: a dimostrazione che qualcuno entrava nell’edificio, nonostante il cancello sia bloccato da una catena.
A chi abita nelle vicinanze non è sfuggito che senza tetto e clandestini ci passassero la notte, anche perché i rumori provenienti dall’interno erano inequivocabili. Ci sono state segnalazioni ma nulla è cambiato. Interpellata, quindi, l’assessora Francesca Caruso (Sicurezza) per chiederne conto, il problema è stato subito risolto: l’informazione è stata girata alla polizia locale che è andata chiudere il portoncino.
Tapparelle e onduline
L’auspicio è che la porta non venga di nuovo forzata. Al di là dell’utilizzo abusivo, ci sono i pericoli tipici di una casa abbandonata. Che all’esterno, nonostante i 630mila euro richiesti, mostra tapparelle quasi tutte rotte, il cornicione sbocconcellato in vari punti e crateri nell’intonaco. Due, però, sono i particolari che possono creare disagio e preoccupazione nella zona. Uno è la vegetazione: se non è tenuta sotto controllo, invade le proprietà confinanti.
L’altro sono le onduline che coprono il locale di servizio in fondo al cortile: pare siano di amianto e, in quel tratto di strada, c’è chi teme le polveri che sprigionano.
Balcone e decorazioni
Il rischio abusivi c’è pure a Villa Colombo. È un attimo scavalcare il muro di recinzione, arrivare al giardino e introdursi nell’edificio. Comunque, qui non ci sono allarmi in tal senso.
L’ultimo ingresso è stato legittimo e risale a sabato scorso, 13 marzo, quando alcune persone potenzialmente interessate all’acquisto - a Palazzo Borghi non attendono altro - sono state accompagnate dall’assessore Claudia Mazzetti (Attività produttive) in un sopralluogo. Ma c’è il pericolo di un inesorabile e costante degrado: già il balconcino al piano terra ha perso la balaustra, le facciate mostrano cedimenti di muratura e alcune decorazioni Liberty sono distrutte, senza contare i rifiuti gettati dalla strada. La magione non perde tuttavia il suo fascino.
Mantenimento e speranza
Il punto è che il Comune, vista l’esiguità delle risorse a disposizione, non può nemmeno pensare a una manutenzione adeguata delle due ville. Si procede con interventi mirati in caso di pericolo: a esempio, il taglio delle piante se oltrepassano il perimetro di competenza o, come ieri pomeriggio, la chiusura degli ingressi. Sicché l’unica speranza è che vengano acquistate. Ma è appunto una speranza.
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