L’INCIDENTE
Gavirate, investito in bici il paladino della sicurezza
Massimo Dioguardi Burgio travolto sulla Sp1
 
                      
C’è un’ironia amara nell’incidente stradale avvenuto sabato mattina a Gavirate. A essere investito lungo la SP1 è stato infatti un ciclista, Massimo Dioguardi Burgio, 46 anni, da tempo tra i cittadini più attivi nel denunciare la pericolosità di quella stessa strada. «Se non fosse tragico, direi che è ironico che proprio io, che da anni segnalo i rischi della SP1, sia rimasto vittima di un incidente» racconta infatti il quarantaseienne.
Tutto è accaduto intorno alle 10.15 del 25 ottobre. «L’auto si immetteva in via Nosè da via del Chiostro, senza dare la precedenza. Io percorrevo la via del Chiostro in bici» spiega Dioguardi Burgio, che ha riportato traumi giudicati guaribili in sei giorni. «L’autista si è fermata subito a prestare soccorso. Non sono intervenuti né vigili né ambulanza. Il casco si è spaccato su entrambi i lati».
Presidente di un club di triathlon, Massimo è da tempo impegnato nel sensibilizzare su velocità e sicurezza lungo la provinciale: «La SP1 è teatro continuo di incidenti, anche per l’alta velocità consentita e la mancanza di attraversamenti pedonali e ciclabili, come all’altezza della Schiranna».
Aggiunge che serve un intervento strutturale: riduzione dei limiti, attraversamenti protetti, segnaletica e campagne di sensibilizzazione rivolte agli automobilisti. E non è il solo a protestare, dato che come presidente del club di triathlon ha raccolto nel tempo altre testimonianze, sulla base delle quali è pronto a collaborare con istituzioni e altre associazioni per ottenere misure di prevenzione. «Andare in bici è troppo pericoloso – conclude –. Le auto dovrebbero prestare più attenzione».
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