Gavirate, maltrattamenti al nido: la testimonianza
TRIBUNALE DI VARESE

«Mio figlio non andava volentieri all’asilo. Appena imboccavo la strada, mi diceva “No, mamma, lì no!”». A parlare è la mamma di uno dei bambini che frequentava il nido privato “Imparare è un gioco”, chiuso nel 2018 al termine di un’indagine dei carabinieri di Besozzo per maltrattamenti. Indagine che portò gli inquirenti a nascondere delle telecamere all’interno della struttura di Gavirate e a indagare la titolare, Maria Antonella Petullo, e la sua collaboratrice Giuseppina Valenti, assunta come cuoca. La prima è già stata condannata nel luglio 2019 dal gup, con giudizio abbreviato, a tre anni e quattro mesi di reclusione. La seconda ha invece scelto invece il rito ordinario e il dibattimento è in corso in Tribunale a Varese davanti al giudice Rossana Basile. Quindici i genitori dei bimbi che si sono costituiti parte civile contro la cuoca. Le immagini delle telecamere nascoste dagli investigatori dopo la segnalazione di alcune mamme preoccupate per i comportamenti dei figli documentarono 46 episodi di maltrattamenti - dalle sberle agli insulti, dalle minacce, alle umiliazioni - ai danni di 32 bimbi.
La mamma del piccolo, che all’epoca dei fatti aveva due anni e mezzo, ha raccontato che in quel periodo il figlio «era strano»: «Non voleva andare dalla nonna, al parco giochi si attaccava sempre alle mie gambe, non voleva mangiare, si nascondeva nei mobili. Atteggiamenti mai avuti prima. E se lo sgridavamo perché faceva qualcosa di sbagliato, si inalberava e lanciava tutto ciò che aveva imano».
Una vicenda che ha lasciato il segno su quel bimbo nato nel 2015: «Ha tuttora degli strascichi - ha detto la donna rispondendo alle domande del pubblico ministero Arianna Cremona - Non riesco a toglierlo dal lettone, poi a una certa ora si sveglia e dice “ho paura”. Ha fatto una decina di sedute con una psicoterapeuta che gli ha diagnosticato un disturbo post traumatico da stress: ha subito un maltrattamento psicologico e ha assistito al maltrattamento di altri bambini».
Per chiudere l’istruttoria restano da ascoltare altri sette testimoni. Poi ci sarà l’esame dell’imputata, la discussione e la sentenza. Prossima udienza il 25 febbraio 2022.
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