IL CASO
Scarichi di fogna nel lago
L’inquinamento documentato a Groppello. «Un problema mai risolto. Si nota al mattino»

Ci risiamo: sono stati rinvenuti scarichi fognari nel lago, a Groppello. Le segnalazioni di scarichi abusivi purtroppo risalgono agli inizi del 2000 e da allora le diverse amministrazioni comunali che si sono succedute, compresa l’attuale a guida del sindaco Silvana Alberio, hanno cercato di mettere in atto strategie per risolvere il problema. Si è ricorsi persino all’autocertificazione chiesta ai residenti in merito alla regolarità degli scarichi e all’immissione di fluorescina nelle tubazioni. Per un certo periodo non si erano più verificati problemi di travaso.
Fiorenzo Calzi, già consigliere comunale, denuncia ora, mostrando tanto di foto eloquente: «A Groppello, nella zona dove c’è il ristorante sul lago, il tanfo dell’acqua che fuoriesce in quel punto è molto forte. Si fanno studi, si promuovono convegni sulla salute del nostro lago, si invitano personaggi illustri, si fanno tante promesse ma poi nel lago continuano i versamenti di fogna senza controllo».
Le foto dello scarico abusivo postate su Faceboock, sul profilo del gruppo “Gavirate viva”, provocano altre reazioni forti. E testimonianze, come quella del signor Angelo: «Da quel tubo escono anche escrementi e carta igienica, ho diversi video e foto che lo provano, e non in periodi in cui piove ma in qualsiasi periodo dell’anno, soprattutto al mattino tra le 7.30 e le 8.30». Un altro, Guido, rincara: «A Groppello lo sanno tutti che esistono scarichi fognari. Basta guardarsi in giro». Interviene anche il presidente dell’associazione culturale Sarisc, Santo Cassani, che da tempo promuove convegni e pubblicazioni sull’argomento, arrivando persino a presentare idee progettuali per il recupero definitivo e sostenibile dell’inquinamento del bacino lacustre. «È vero, una perdita fognaria esiste ed è stata più volte inutilmente cercata. Sono convinto che i liquami derivino dal collettore che da via Al Lago raggiunge la stazione di pompaggio, posta nel tratto verso il Tinella, che è pressoché orizzontale, si intasa e rigurgita. Ricordo un episodio di qualche anno fa al tempo del famigerato phoslock. Assistevo all’esperimento in atto, in piedi sul pontile dell’impianto di sollevamento dove erano posti i tubi verticali in compagnia di una dottoressa che dirigeva l’esperimento con alcuni tecnici dell’Arpa. Notammo una scia biancastra in movimento proveniente da Groppello con escrementi galleggianti. Chiamammo un tecnico dell’Arpa, gli mostrammo il fenomeno pregandolo di cercare la fonte, facilmente individuabile seguendo a ritroso la scia. Ci rispose che in quel momento non poteva occuparsene. In ogni caso sono convinto da tempo che se si sistemassero le fogne del comune di Varese, il lago sarebbe in grado di sopportare questi episodi locali sporadici».
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