TRAGEDIA DELL’AUTO PIRATA
Gemonio, ha un nome il killer di Giusy
Identificato e ricercato. Si indaga per omicidio volontario. L’appello ai testimoni

Ha un nome e un volto l’automobilista che sabato sera ha investito e ucciso Giuseppina Caliandro a pochi metri dalla sua casa di via Garibaldi. Il suo nome è stampato sul fascicolo per omicidio volontario aperto dalla Procura della Repubblica di Varese, ma l’assassino è ancora latitante.
La conferma ufficiale che non si è trattato di un caso di omicidio stradale con omissione di soccorso è arrivata ieri, martedì 4 luglio, dagli uffici al quinto piano di piazza Cacciatori delle Alpi. Il comunicato spiega che «la persona» è stata «identificata» - ma l’identità resta ancora coperta dal segreto - e che «è già ricercata dalle forze dell’ordine, anche in campo internazionale». Non si precisa neppure se l’indagato sia maschio o femmina, ma i testimoni sentiti dai carabinieri del comando provinciale di Varese hanno parlato di un uomo, tra i 25 e i 35 anni, con i capelli scuri. Testimonianze che, insieme con le immagini delle telecamere di sorveglianza installate in centro paese, hanno permesso agli inquirenti di risalire alla vettura fuggita dopo aver schiacciato Giusy contro il muro.
Chi ha assistito alla scena ha parlato di una lite tra la donna e l’uomo al volante, che dopo averla fatta scendere, forse al culmine di una lite, avrebbe messo la retromarcia, come se dovesse prendere la mira e la “rincorsa”, e poi ingranato la prima, “puntandola” con la chiara volontà di investirla. Poi la fuga a folle velocità in direzione della piazza, oltre la quale la macchina ha incrociato una Fiat 500, il cui conducente ha accostato, senza però riuscire a evitare l’impatto. L’uomo ha comunque fatto in tempo ad annotare una parte della targa e a riferirla ai carabinieri.
Gli inquirenti hanno quindi raccolto diversi «elementi a carico del soggetto ricercato» che però, puntualizza ancora la nota, «dovranno essere verificati e confermati».
Quando i soccorritori sono arrivati a Gemonio, qualcuno ha anche detto di sapere il nome di chi era al volante dell’auto assassina. Insomma, è probabile che i due si conoscessero. Il sospetto è che l’indagato possa aver superato la frontiera, magari subito dopo l’omicidio. Per questo la nota di ricerca è stata diffusa anche all’estero. Ma le indagini non si fermano. Ecco perché dalla stessa Procura arriva l’appello: «Chiunque ritenga di avere informazioni utili sulla dinamica degli eventi del 1° luglio è invitato a contattare i carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese (0332/4501) o del luogo di residenza». Per l’autopsia sul corpo della vittima, intanto, bisogna aspettare ancora qualche giorno: per «motivi tecnici, comunicati ai familiari» della donna, sarà effettuata la prossima settimana.
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