A1 FEMMINILE
Capitana coraggiosa
Alessia Gennari racconta l’Uyba «che vuole vincere»

«Non avere più la prospettiva della Nazionale limita i miei orizzonti e senza l’azzurro l’attenzione attorno a me è decisamente calata come giusto che sia. Per tornare a farla crescere ci sono due modi: posare nuda per un calendario o tornare a vincere qualcosa...».
Sorridente, diretta, spiritosa e carica: Alessia Gennari è così quando attraverso il racconto di questa prima parte della sua seconda stagione in maglia Uyba, dice molto di se stessa a cominciare dalla forte necessità di vincere. «Il traguardo di essere la migliore banda italiana non mi basta, si deve andare a sigillare la stagione con un trofeo».
Parole da capitana coraggiosa e orgogliosa: «Un ruolo che sto prendendo molto sul serio - dice - e sono grata alla società che ha riconosciuto ciò che ho fatto l’anno scorso. Essere leader è qualcosa cui ho sempre ambito, esserlo a Busto è il coronamento di un percorso che sto prendendo molto sul serio. Una capitana anche molto severa oltre che lucida quando parla dopo le gare: «Analizzare con obiettività è importante perché la squadra deve capire che quando giochiamo così così contro avversarie alla portata magari vinciamo, ma non basta contro le formazioni più forti».
Mercoledì sera a Cremona, Busto ha vinto la partita fin qui più importante della stagione e l’ha vinta bene. Il giorno dopo la gioia del Palaradi, per Alessia è di soddisfazione: «Questa vittoria la sto vivendo bene: quando contava abbiamo tirato fuori quel qualcosa che era mancato in altre situazioni simili specie nei punto a punto ai vantaggi. Mercoledì abbiamo gestito bene quei momenti. La soddisfazione più grande è che abbiamo dimostrato a noi stesse che lucidità e determinazione le abbiamo anche noi. Sappiamo che non è finita, che loro sono forti, ma noi ci siamo».
Rispetto alla sconfitta dello scorso 26 dicembre, non è tanto calata la Pomì quanto è cresciuta l’Uyba: «La volta scorsa ci avevano prese alla sprovvista - racconta la schiacciatrice - non ci aspettavamo fisicità e battute così forti, e la loro costanza nella prestazione. Era andata che avevano giocato troppo bene loro. Mercoledì è cambiato che dopo il primo set abbiamo rivisto scorrere davanti la gara di dicembre e abbiamo detto “no”. Le abbiamo aggredite dalla battuta e la partita è mutata».
Anche perché c’è una Samadan in più. Quanto ha inciso il suo ingresso in squadra? «Da quando è arrivata Martina - svela - ho visto allenamenti di altissimo livello. Siamo state stimolate anche dalla voglia di dimostrarle quanto siamo forti. Tra l’altro io non sapevo se sarebbe partita titolare o no. In lei ho visto grande determinazione negli occhi, sa che la società l’ha voluta subito per queste partite che per noi sono le più importanti dell’anno. Tecnicamentee ci ha aggiunto tanta incisività in attacco con la conseguenza di liberare un po’ di più gli altri giochi».
L’altra stella al Palaradi è stata Alessia Orro: «Ha alzato il suo livello di gioco rispetto alla scorsa stagione, mi diverto a giocare con lei perché la sua uscita migliore l’ha in posto quattro. Poi sento che si fida, mi alza tanti palloni, ci guardiamo e ci capiamo con un’occhiata. Se ti guarda in un certo modo, vuol dire che ti darà la palla. A Monza ero esterrefatta per quanto stava giocando bene e poi ha un’infinita determinazione».
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