L'IMPRESA
Ghiringhelli "rettifica" la crisi
Doppio riconoscimento per la storica azienda luinese: Patrizia vicepresidente dell'Ucimu. E i Rotary premiano l'impresa di famiglia leader mondiale tra i giganti metalmeccanici

Lei è la prima vicepresidente donna nella storia dell’Ucimu, l’Associazione nazionale produttori macchine utensili: Patrizia Ghiringhelli, numero due del gruppo della galassia Confindustria dopo il presidente Giancarlo Losma, rappresenta anche la terza generazione alla guida dell’azienda familiare "Rettificatrici Ghiringhelli spa" di Luino. L’azienda, fondata novant'anni fa sul Lago Maggiore, nonostante le dimensioni medie (cinquanta dipendenti) è riuscita a diventare leader mondiale nel suo settore, confrontandosi a viso aperto con veri e propri giganti metalmeccanici. A questa realtà di successo il Rotary club Varese Verbano consegnerà lunedì 18 giugno il Premio alla professionalità 2012 (la cerimonia si terrà al golf club di Luvinate). Il motivo?
"La Ghiringhelli è un vero esempio di professionalità a servizio della società civile".
Patrizia Ghiringhelli è nella direzione generale della società insieme alla sorella Silvia, mentre il padre Paolo e la zia Antonietta sono presidente e amministratore delegato. "Sia il premio del Rotary sia la carica in Ucimu sono rivolti all’azienda - precisa l’interessata -. Mio nonno fondò la ditta nel 1921, oggi siamo una realtà giovane, con un’età media del top management intorno ai quarant'anni".
Il settore di attività è quello delle cosiddette "rettificatrici senza centri", cioè la costruzione di macchinari per altri clienti che necessitino di asportare materiale (per esempio metalli) per creare prodotti finiti ad alta precisione. I campi di applicazione? Automotive, elettrodomestici, idraulica.
"I nostri concorrenti sono i maggiori produttori al mondo, ma siamo ugualmente riusciti a conquistare la leadership mondiale - ribadisce Patrizia Ghiringhelli -. Esportiamo il 95% dei macchinari verso Germania, Brasile, Usa. Così riusciamo a superare la concorrenza asiatica. Non lasceremo mai questo territorio: siamo a Luino da quasi un secolo e ci resteremo, senza delocalizzare, perché crediamo nella responsabilità sociale dell’impresa e anche nella formazione dei giovani, grazie alla collaborazione con le scuole. All’industria servono tecnici che non si trovano, c’è uno scollamento fra domanda e offerta, ma dobbiamo portare proposte concrete per ovviare al problema, senza predicare nel deserto".
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