L’INTERVISTA
Gianbattista Fratus: «Mi hanno rovinato la vita»
L’ex sindaco di Legnano si racconta alla Prealpina dopo la definitiva e piena assoluzione dall’inchiesta “Piazza Pulita”

Gianbattista Fratus non ha trascorso neppure due anni da sindaco, dal 2017 al 2019, prima di essere travolto dall’inchiesta giudiziaria di Piazza Pulita: poi altri cinque di calvario. Ma la sentenza di Appello, con la Procura Generale di Milano che ha rinunciato al ricorso in Cassazione, lo ha pienamente riabilitato insieme al suo vice Maurizio Cozzi e all’ex assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini.
Gianbattista Fratus, la sentenza di assoluzione va ora in giudicato. Come ha vissuto le ultime fasi di questa dolorosa vicenda processuale?
«Questo passaggio fa calare definitivamente il sipario e gli animi sono finalmente più tranquilli perché fino all’ultimo non si sapeva ancora cosa potesse succedere. Dopo quello che è accaduto sono diventato infatti diffidente. Comunque il fatto di vedere tutto scritto nero su bianco è un grande sollievo. Il passaggio cruciale è stato a gennaio con la richiesta di assoluzione e la conseguente sentenza di Appello: le motivazioni lette a luglio mi hanno dato poi gioia perché c’era scritto chiaramente che tutto era veramente finito. Però da quel maggio del 2019 sono passati cinque anni e quattro mesi: viverli è stato durissimo e solo in questo 2024 sono riuscito ad essere un po’ più sereno perché si è capito, tutti hanno capito, che non avevamo fatto nulla di scorretto».
Qual è oggi il suo stato d’animo?
«Non ho più voglia di fare niente. Quanto ti succede una cosa come quella che è capitata a me, a noi, poi hai paura di tutto, si vive male. Sì, alla fine chi accusava si è evidentemente sbagliato. Ma quello che ho vissuto non potrò mai dimenticarlo: le facce delle persone che ti guardano in modo diverso, le manifestazioni di piazza, quelli che ti danno del ladro e del farabutto. E tu non capisci perché. Sette mesi di arresti domiciliari, più quelli seguenti con il divieto di entrare a Legnano, sono pesanti, con i carabinieri che vengono a bussarti alla porta per controllare se sei lì. Un’esperienza che non auguro a nessuno, e che lascia il segno, tanto più per una persona che non ha mai fatto nulla di male, non ha mai avuto problemi con la giustizia».
L’intervista e il servizio completo sulla Prealpina di sabato 28 settembre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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