LA CERIMONIA
Emiliano Gioffredi, è di Legnano uno dei nuovi diaconi permanenti
Insegnante di religione 47enne sarà ordinato il 9 novembre in Duomo a Milano dall’arcivescovo Delpini

Emiliano Gioffredi, 47 anni di Legnano, è tra gli otto nuovi diaconi permanenti che saranno ordinati in Duomo sabato 9 novembre alle 17.30 dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini.
I NUOVI DIACONI PERMANENTI
A intraprendere questa scelta - il diaconato è il primo dei tre gradi del sacramento dell’Ordine - è la trentesima classe di candidati da quando il cardinal Martini, nel 1987, reintrodusse il diaconato permanente in Diocesi. Si tratta di un gruppo variegato per età, esperienze di vita e professioni. Il più giovane è il 38enne Edgar Viviano Patiño Saldana, equadoregno di origine, in Italia da 22 anni e residente a Monza, sposato con un figlio, magazziniere, mentre il più anziano è Pier Giorgio Panzeri, 61 anni, anch’egli di Monza, ora pensionato ma con un passato da dirigente nella Polizia di Stato, sposato con una figlia. Tre i quarantenni: Vincenzo Petrucci, nato nel 1981, coniugato, originario di Erba, docente di musica; del 1977 sono Gioffredi, sposato con quattro figli, insegnante di religione, e Danilo Michele La Barbera, coniugato con tre figli, impiegato all’Università Bicocca, residente a Renate. Infine, tre i cinquantenni: Matteo Distaso, classe 1974, sposato con due figli, di professione agente rappresentante, da Inzago; Simone Piero Luigi Cattaneo, 53 anni, coniugato, impiegato bancario, di Milano; e il coetaneo Raffaele Chiara, amministratore in una gioielleria, di Cisliano.
DON FILIPPO DOTTI: «DIACONATO RICCHEZZA IN PIÙ»
Con gli otto di sabato saliranno a 166 i diaconi permanenti ambrosiani. Il più anziano ha 89 anni mentre il più giovane è proprio Edgar Viviano Patiño Saldana. Di questi, 21 sono i celibi, 140 gli sposati, 5 i vedovi. I loro incarichi pastorali nelle comunità spaziano dal supporto in parrocchia alla pastorale della salute e della carità, fino a servizi in ambito carcerario e scolastico. I candidati a diventare diaconi permanenti, come da tradizione, hanno scelto un motto e un’immagine che accompagneranno il loro ministero. «Dove sono io, là sarà anche il mio servitore», è la frase, tratta dal Vangelo di Giovanni, che vuole sottolineare il desiderio di mettersi al servizio di Gesù e della Chiesa. L’immagine scelta è un dipinto dell’artista Martina Viganò.
Da quest’anno anche i candidati al diaconato permanente, come è tradizione per i futuri preti (i cosiddetti diaconi “transeunti”), hanno un inno, dal titolo “Se uno serve me”, composto da monsignor Gianluigi Rusconi, già maestro direttore della Cappella Musicale del Duomo di Milano e già preside del Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra.
Ad accompagnare questa classe di candidati nell’ultimo tratto di cammino, è stato don Filippo Dotti, da un anno rettore per la Formazione al diaconato permanente, che spiega: «La Chiesa è fatta di tanti ministeri, non solo di preti e laici, e il diaconato rappresenta una ricchezza in più. La Chiesa di oggi si fortifica con varie vocazioni, che tra loro si aiutano, non si sostituiscono. La vocazione diaconale è in crescita, ma non dappertutto conosciuta. Tanti uomini si avvicinano al diaconato tramite passaparola di amici, ma è importante che circoli la notizia della possibilità di questo cammino di santità che arricchisce intere famiglie, oltre alle comunità in cui il diacono è inserito».
© Riproduzione Riservata