DA ROMA A VARESE
Giorgetti: «L’autonomia a fari spenti»
Il ministro all’incontro della sezione della Lega di Varese: «Se ne parla poco, è un bene. Stavolta ci siamo». Critica ai sindacati
A fari spenti nelle notte. Come cantava Lucio Battisti in “Emozioni”. Così procede l’iter della legge sull’autonomia differenziata. Lo ha detto il ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, alla cena della sezione di Varese della Lega. Fari spenti? Brancola nel buio? Non andrà in porto? No, tutt’altro. «Non è negativo è un fatto anzi positivo: andiamo avanti sottotraccia, come un sommergibile. Nessuno ne parla ed è un bene: se ne parlassero troppo vorrebbe dire che l’autonomia è destinata a non arrivare». Il discorso, come intuibile, scalda la platea di commensali lumbard, un centinaio, riuniti ai tavoli del Ristorante Centenate. C’è anche il segretario nazionale della Lombardia. Fabrizio Cecchetti. Ci sono anche il governatore Attilio Fontana, poi allontanatosi per partecipare al Cairolino, l’onorevole Stefano Candiani e l’eurodeputata Isabella Tovaglieri. Giorgetti, sempre a proposito dell’autonomia differenziata, ha ricordato i precedenti progetti, «federalismo fiscale, devolution», stramazzati a pochi metri dal traguardo: «Ma stavolta... ».
«COVID, GUERRA E TASSI»
Giorgetti ha parlato anche della situazione economica, facendo una premessa e un excursus. La prima: «Un tempo il mio ministero si chiamava del Tesoro. Poi da quando il tesoro è stato sostituito dal debito, hanno cambiato la denominazione». L’excursus invece è relativo agli ultimi due-tre anni: «Prima c’è stato il Covid che ha stravolto tutto e la gente non è più come prima. Poi la guerra che è una cosa tremendamente seria: centinaia di migliaia di morti nel cuore dell’Europa. Tutto questo ha avuto contraccolpi a valanga». Ecco quali: «Non bisogna essere economisti o politici per capire che quando scoppia una guerra ci sono ripercussioni sul piano economico: sono schizzati i prezzi dell’energia, è salita l’inflazione anche sui beni alimentari. E le banche centrali hanno aumentato i tassi d’interesse per combattere l’inflazione. Sono aumentati i mutui e i costi per le aziende e anche per lo Stato. Pensate che il prossimo anno pagheremo 13 miliardi in più di interessi». «C’è stato un impoverimento di tutti noi - ha aggiunto il ministro di Cazzago -, quello che guadagniamo vale meno di due o tre anni fa». Una situazione, ha precisato, «non dipesa dal Governo italiano».
«SINDACATI, È INAUDITO»
E quindi che fare? «Abbiamo deciso di destinare 16 miliardi alle famiglie con reddito medio-basso per compensare la perdita del potere d’acquisto». In sostanza, aumenti nelle buste paga. E qui il ministro ha alzato la voce: «La cosa incredibile, inaudita, è che dinanzi all’aiuto dato ai lavoratori dipendenti, i sindacati abbiano deciso di fare sciopero».
«QUESTIONE DI FIDUCIA»
«Qualche segnale c’è». L’inflazione sta scendendo e potrebbe «innescarsi un processo inverso, ovvero che le famiglie si trovano con qualche soldo in più, spendono e riparte la crescita». Il ministro a proposito del buon collocamento dei Btp Valore (titoli di stato) ha quindi spiegato che questo è un messaggio fondamentale di fiducia, una leva decisiva per l’economia: «Senza, nessuno andrebbe a impiegare i propri risparmi».
«RIPRENDIAMOCI VARESE»
Attilio Fontana ha lanciato una sfida alla base: «Da subito individuare un candidato sindaco a Varese». Le elezioni saranno nel 2027 ma la volontà, stavolta, è di lavorare per tempo. Alla cena organizzata dal segretario cittadino Marco Bordonaro, presenti tanti leghisti storici varesini (Sergio Ghiringhelli, Gladiseo Zagatto, Pietro Reina, Roberto Parravicini, Carlo Piatti, Franco Barosi), il segretario provinciale Andrea Cassani con l’assessora gallaratese Claudia Mazzetti, il consigliere regionale Emanuele Monti, l’ex vice presidente del Consiglio regionale Francesca Brianza, Francesco Speroni e il presidente di Finlombarda, Andrea Mascetti.
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