L’INDAGINE
Giovani e lavoro: per uno su due è in nero
La fotografia di Cisl Lombardia: la metà ha sperimentato il mondo del sommerso. Equilibrio, salute mentale, crescita e meno attaccamento al posto fisso

Hanno lavorato in nero, pensano che gli stipendi siano troppo bassi e si sentono anche sfruttati dai loro datori di lavoro. E, forse anche per questo, non hanno più il mito del posto fisso. Sono gli elementi chiave per descrivere il rapporto che gli under 30 hanno con il posto di lavoro. Ad indagare esperienze e opinioni è stata la Cisl Lombardia in collaborazione con BiblioLavoro, il centro studi regionale del sindacato. Sono stati coinvolti oltre 3.500 giovani, con una leggera maggioranza femminile.
LAVORO SOMMERSO
Si sbaglia chi crede che il lavoro sommerso sia una piaga in via di estinzione. Un ragazzo su due (il 49,5% per la precisione) ha avuto esperienze di contratti di assunzione che non esistono, mentre 4 su dieci prestano ore di straordinario non pagate o pagate fuori busta. Il segnale è allarmante, perchè si ha la sensazione che l’irregolarità sia la normalità. Non è un caso che il 12% abbia iniziato a lavorare totalmente in nero. I primi contratti regolari, sono soprattutto quelli a tempo determinato. Ci sono anche i tirocini, più diffusi dell’apprendistato.
BUSTE PAGA TROPPO LEGGERE
Gli stipendi medi danno poca soddisfazione. Il reddito medio del campione preso in considerazione è di 1.576,90 euro. A essere penalizzate sono, ancora una volta, le donne che guadagnano il 17,9% in meno rispetto ai colleghi. Non solo. Ancora troppo spesso sono al centro di contratti di part time involontari, con una differenza rispetto agli uomini che arriva addirittura a + 420%. Con un quadro del genere, si può accantonare qualcosa per il futuro?
ZERO RISPARMI
Ovviamente la risposta è negativa. Più della metà degli intervistati non riesce a risparmiare nemmeno il 10 per cento della busta paga. La verità è che gli stipendi non sono sufficienti nemmeno a coprire le spese essenziali della vita quotidiana. Accade così per tre ragazzi su quattro. Come se la cavano? Grazie all’aiuto economico dei genitori: non a caso uno su quattro vive ancora in famiglia. E ovviamente far fronte a una spesa imprevista rappresenta uno scoglio difficile da superare.
LAVORO ATTRAENTE
Che tipo di lavoro cercano, dunque gli under 30? La stragrande maggioranza di loro – quasi l’85% – identifica il lavoro con termini totalmente differenti rispetto alle generazioni passate. Equilibrio, salute mentale, crescita e meno attaccamento al posto fisso e all’azienda sono gli elementi irrinunciabili. Quasi la metà degli intervistati già sta valutando un cambiamento, perché «si lavora per vivere e non si vive per lavorare», dichiarano.
Il servizio completo sulla Prealpina di martedì 17 giugno, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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