MORTE IN CORSIA
Gli indagati fanno scena muta
Il primario non si presenta in caserma, l’anestesista si avvale della facoltà di non rispondere. Sentita anche la dottoressa che denunciò i decessi sospetti tra i parenti di Laura Taroni

Morti in corsia, giornata di interrogatori nella caserma dei carabinieri di Saronno. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore di Busto Arsizio Gianluigi Fontana, hanno convocato alcuni dei dodici indagati, dopo gli interrogatori di garanzia di venerdì per i due arrestati, Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, accusati di aver avvelenato il marito di lei e, per quanto riguarda il medico anestesista, della morte di quattro pazienti del pronto soccorso.
Tra gli indagati, medici e dirigenza ospedaliera, anche chi potrebbe aver taciuto pur sapendo cosa stesse accadendo. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Nicola Scoppetta, il primario del pronto soccorso di Saronno indagato per omessa denuncia e favoreggiamento. Il medico non si è presentato legittimamente in caserma a Saronno dove era stato convocato, a seguito di precisi accordi con la Procura di Busto. «Non ho nulla da dire», ha replicato raggiunto al telefono il suo legale, Maurizio Pellicciotta.
Si è poi avvalso della facoltà di non rispondere Fabrizio Frattini, medico anestesista responsabile dell’unità di emergenza urgenza dell’ospedale di piazzale Borella, a sua volta indagato per omessa denuncia e favoreggiamento. Il professionista, componente della commissione interna dell’ospedale a cui arrivarono le denunce degli infermieri sul presunto comportamento illecito di Leonardo Cazzaniga, si è presentato in caserma a Saronno nel primo pomeriggio, accompagnato dal suo avvocato Gianluigi Tizzoni, dove ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti.
È stata infine convocata una dottoressa dell’ospedale di Saronno che, insieme ad una infermiera, aveva presentato un esposto per segnalare morti sospette nella famiglia dell’infermiera Laura Taroni. L’esposto, come si legge nelle carte, è stato presentato a Cantù e fa riferimento a «morti che hanno colto in sequenza tanto ravvicinata quanto improvvisa i parenti più stretti di quella che in ospedale è nota per intrattenere una relazione extraconiugale con il dottor Cazzaniga», appunto Laura Taroni. L’esposto, analogo alla denuncia presentata in seguito anche da un’altra infermiera, avrebbe sollecitato gli inquirenti a indagare sulla scomparsa del marito della Taroni, morto a quarantacinque anni in casa sua il 30 giugno 2013, del suocero della donna, deceduto in ospedale a Saronno il 20 ottobre 2013, di uno zio di suo marito, caduto in una vasca di raccolta di liquami il 23 agosto 2013 e della madre della Taroni, Maria Rita Clerici, morta a casa della figlia il 4 gennaio 2014.
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