IL CASO
«Non sfrattate le suorine»
Monastero da chiudere a Gornate Olona: due lettere riaccendono la speranza

Sfratto alle suore, due lettere riaccendono la speranza dei fedeli.
Nei giorni scorsi due lettere che hanno per oggetto l’imminente chiusura del monastero delle suore claustrali passioniste di Gornate Olona sono state inviate rispettivamente alla presidente della congregazione passionista Madre Catherine Marie, a Lucca, e a Monsignor José Rodriguez Carballo della congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e la Società di Vita Apostolica del Vaticano.
La vicenda sta tenendo con il fiato sospeso i parrocchiani che, qualche settimana fa, si erano radunati all’esterno del monastero per raccogliere delle firme contro la chiusura del luogo di culto e fornire tutto il loro supporto alle religiose presenti sul loro territorio da oltre vent’anni.
Grazie all’impegno del Comitato pro monastero sono state raccolte circa ottocento firme a testimonianza dell’affetto e della stima che la comunità nutre verso le quattro suore presenti nella struttura.
«Suor Alfonsa, sorella fondatrice, anziana e in precarie condizioni di salute, costretta ad un radicale cambiamento correrebbe un grave rischio per la sua salute». Così recita la lettera scritta dal comitato. Il monastero non necessita di interventi di tipo strutturale e provvede al proprio mantenimento attraverso aiuti, offerte e donazioni da parte della comunità: pertanto i cittadini non si capacitano del fatto che debba essere chiuso a causa della crisi delle vocazioni e della conseguente presenza di un numero esiguo di suore.
«Chiediamo di mantenere aperto questo convento, faro di spiritualità e cristianità soprattutto in questo particolare momento di grave crisi spirituale ed economica».
A sostegno della missiva inviata dai fedeli si è aggiunta la lettera scritta da don Maurizio Canti, parroco della Parrocchia di Santa Caterina e San Michele di Gornate Superiore. Don Maurizio non è nuovo a questo genere di battaglie, da anni utilizza la sua vecchia macchina da scrivere per far sentire la sua voce e, anche questa volta, ha voluto portare il suo contributo nella speranza che le suore possano continuare la loro opera presso il monastero.
«Non ho mai pensato che le due suore giovani siano giunte a Gornate solo per tappare il buco dovuto a carenza di vocazioni, mi rifiuto di pensare che siano solo dei tappabuchi. La chiusura del monastero va valutata nella pienezza di queste nuove presenze missionarie, forse un po’ sottovalutate anche dalla Diocesi di Milano».
Il 31 ottobre è la data prevista per lo sgombero del monastero. La speranza è che queste due lettere e l’impegno dei cittadini possano cambiare le sorti delle quattro missionarie.
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