CRISI RINVIATA
Fiducia a Conte dal Senato
Ma i sì sono solo 156 e 140 i no. I renziani si astengono. Alfieri: «Bene, ora fase politica nuova»

Niente maggioranza assoluta in Senato ma 156 voti favorevoli alla fiducia consentono al governo di andare avanti, per il momento. I no sono 140, 16 gli astenuti. Il verdetto dell’Aula di Palazzo Madama arriva segnato dalla polemiche. Il presidente Casellati blocca il voto: l’ex 5S Ciampolillo e Nencini arrivano sul filo e riescono a votare, a sostegno del governo, solo in extremis. Protestano Lega e FdI, che annunciano che si appelleranno al Colle.
Italia Viva conferma l’astensione, in segno di «disponibilità», seppure a tempo, a discutere ancora con la maggioranza. I senatori guidati da Matteo Renzi al momento tengono in ostaggio l’esecutivo giallo-rosso: se si sommassero alle opposizioni, a Palazzo Madama i rapporti di forza cambierebbero (senza Nencini, sono infatti 17 in tutto, contando anche un senatore assente per Covid, e dunque sommati ai 140 no delle opposizioni supererebbero l’attuale maggioranza).
«Un buon risultato per la maggioranza, un forte stimolo ad aprire la nuova fase a cui dobbiamo lavorare da domani - ha dichiarato subito dopo il voto di stasera, martedì 19 gennaio, il senatore varesino del Partito Democratico, Alessandro Alfieri - I processi politici hanno bisogno di un orizzonte più lungo per arrivare a maturazione. Dobbiamo consolidare la base parlamentare a sostegno del Governo e aumentarne la coesione. Il tempo serve per alcuni nostri ex compagni di strada che hanno vissuto con estremo disagio le scelte di Renzi e serve per la costruzione del polo europeista delineata oggi dal Presidente del Consiglio. Allo stesso tempo - continua Alfieri - chiederemo a Conte di andare oltre l'elenco delle cose fatte e degli auspici, partendo da un nuovo patto di legislatura, in cui siano pienamente riconoscibili le battaglie del PD per risollevare il Paese e disegnare l’Italia del futuro, e dal Recovery Plan, che da settimana prossima inizia il percorso in Parlamento. In questo contesto, accanto al profilo della responsabilità, il Partito Democratico deve affiancare quello sui contenuti».
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