LA TESTIMONIANZA
«Grida e proteste»: l'odissea dopo la tragedia
Il racconto di un pendolare a bordo del treno bloccato a Parabiago
Il racconto del referente del comitato pendolari Gallarate Milano che era sul treno che seguiva quello coinvolto nell’incidente, rende bene l’idea dell’odissea vissuta dalle centinaia di persone che nella serata di lunedì sono rimaste bloccate sulla linea ferroviaria Rho-Gallarate dopo che alla stazione di Parabiago un treno aveva investito un uomo. «Ero sul treno delle 18.29 che avrebbe dovuto arrivare a legnano 18.57 superata la stazione di Rho il treno davanti a noi si è fermato, ci hanno detto che aveva investito una persona - ha raccontato il referente -. Abbiamo capito che le cose sarebbero andate per le lunghe: il treno già era strapieno perché era stato preso d’assalto da chi per un problema sul passante, qualcuno ha cominciato a gridare, tanti volevano scendere. Abbiamo chiesto di far tornare il treno alla stazione di Rho, ma ci è stato risposto che fino a quando il magistrato non avesse dato il nullaosta, per la centrale operativa sarebbe stato impossibile autorizzare qualsiasi movimento. Tutti si sono attaccati ai telefonini, tanti hanno chiamato il 112 per segnalare la situazione, il 112 ha rimbalzato le telefonate sulla polizia ferroviaria. Nessuno dava spiegazioni, tutti dicevano dovete attendere, dovete portare pazienza. Così sono passate tre ore. Il nervosismo era alle stelle, che chi già pensava di rompere i vetri delle carrozze con i martelletti: poi il treno si è mosso ed è tornato alla stazione di Rho».
Ancora alle 23, il sito di Trenord avvisava chi doveva muoversi tra Milano e Varese di prendere la linea della Nord, ma chi era già su quella dello Stato era bloccato. «A Rho ci siano dovuto arrangiare - continua Specchia -. Qualcuno si è fatto venire a prendere, tutti gli altri si sono organizzati in gruppi a seconda della destinazione e hanno preso di mira i taxi davanti alla stazione. Per Legnano siamo partiti in due, con una spesa di 13 euro a testa. nessun aiuto, nessuna assistenza. Ognuno ha dovuto cavarsela da solo».
«I VIGILI DEL FUOCO CI HANNO PORTATO I BAGAGLI»
Da un’altra passeggera che si trovava sullo stesso treno, diretta a Domodossola, arriva però una versione diversa della vicenda. La donna, 63 anni, che viaggiava insieme al marito, ha voluto rimarcare la disponibilità del personale che si è trovato a gestire quella situazione di emergenza. «Anche per noi è stata una situazione difficile - ha raccontato la donna - e abbiamo avuto disagi ben maggiori dei passeggeri dell’Alto Milanese: siamo arrivati a casa dopo l’1.30. Però tutti si sono dati da fare: i vigili del fuoci ci hanno anche aiutato a scendere dal predellino e ci hanno portato i bagagli».
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